Roma, 14 mar. (askanews) – Il bando per la reindustrializzazione dell’ex area Fiat siciliana è scaduto alla fine del mese di febbraio e, al momento, non si registra ancora niente di fatto. “Così il progetto che tiene assieme tecnologie d’avanguardia e recupero di posti di lavoro rischia di fallire ancor prima di nascere”, dichiara la cordata Smart City Group e Sciara Holding ltd, che punta sulla seconda chance per la cittadella dell’auto, ridotta all’abbandono dopo il ritiro della Fiat nel 2011.
La cordata è pronta a entrare in campo portando in dote oltre 140 milioni di euro per gli investimenti del primo anno (circa 115 per il ripristino dell’area e per le materie prime, quelli restanti fra bonifiche e stipendi) e 1.120 posti di lavoro, comprese le riassunzioni dei cassintegrati. E, soprattutto, abbraccia una visione di sviluppo industriale legata ai fondamentali dell’economia del ventunesimo secolo.
Sciara Holding ha implementato e rafforzato il progetto originario “SUD” integrandolo con nuove aziende e settori tra cui la produzione di droni, satelliti, intelligenza artificiale, batterie al sale, wallbox per la ricarica di droni, veicoli elettrici, sensori e altro. Obiettivo comune è il recupero e la creazione di oltre mille posti di lavoro, con la nascita di un impianto fotovoltaico per l’indipendenza energetica (oltre 22mw), la bonifica, riqualificazione e ripristino dell’agibilità dell’intera area, la creazione di un interporto logistico, di linee orizzontali di produzione e assemblaggio inerenti nuove tecnologie d’avanguardia e, in seconda battuta, lo sviluppo di green e circular economy innovative.
Il progetto SUD (Smart Utility District), infatti, punta a rigenerare i 42 ettari del sito industriale dismesso Blutec trasformandoli in un distretto delle tecnologie avanzate, dell’energia sostenibile e della ricerca sui materiali.
“Ma questo progetto è appeso a un filo: il peso della burocrazia e dei suoi ritardi può affossare le speranze di far ripartire l’occupazione in quest’angolo di Sicilia e di risanare una situazione che appare critica anche dal punto di vista dell’inquinamento del sito”, del quale non si hanno relazioni ufficiali da parte dei Commissari Straordinari. “Sono passati quasi cinque anni dalla nomina della terna commissariale da parte dell’allora Ministro per il Sud Provenzano, ma nessuna decisione è stata ancora presa, nonostante due manifestazioni di interesse pubblicate sulla stampa nazionale ed estera nel 2020 e nel 2021, una gara aperta nel 2023, riaperta successivamente e seguita da varie proroghe. Ora il bando per la reindustrializzazione del sito è scaduto il 28 febbraio, ma ancora una volta nulla si è mosso”, dichiara Fabio Bertolotti Ceo di Sciara Holding.
La posta in gioco è alta, perché si tratta della creazione di un distretto industriale fondamentale e importante non solo per la Sicilia: l’orizzonte di questo investimento è più ampio e guarda alle potenzialità del bacino del Mediterraneo. È passato quasi mezzo secolo dall’apertura dello stabilimento progettato dalla Fiat a meno di 40 chilometri da Palermo per industrializzare il Sud. Oggi, quel modello d’industrializzazione non è più riproponibile. Si può invece ripartire da una nuova interpretazione delle potenzialità del Meridione, creando un comprensorio industriale di eccellenza, un distretto in grado di rilanciare la capacità competitiva del Paese in settori in cui si gioca una partita essenziale sia dal punto di vista economico, sia da quello ambientale.
“Occorre agire in tempi rapidi e certi”, dichiara Giancarlo Longhi, presidente di Smart City Group. “Il modello industriale che vogliamo realizzare a Termini Imerese è innovativo e capace di affrontare la complessa situazione economica attuale puntando su tecnologie e materiali particolarmente avanzati. La possibilità di un rilancio economico che vada oltre la dimensione siciliana è concreta. Va però ricordato che il tempo stringe: la cordata di imprese interessata ha bisogno di modalità certe e affidabili per indirizzare le sue risorse”.
“Ogni tanto si rivedono vecchi film” – aggiunge Stefano Rolando, vicepresidente di SCG – “tipo quello dell’attesa mitica di un misterioso salvifico colosso. Solo la determinazione del rapporto tra imprese coraggiose e determinate, connesse a qualificate competenze tecnologiche, possono affrontare gli irrisolti della realtà di Termini. Ma bisogna comprendere che questi consorzi agiscono in tempi programmati. Non nella mistica dell’eternità”.