Milano, 14 mar. (askanews) – Sono le tecnologie collaborative sviluppate per aiutare i lavoratori nei compiti più gravosi le proposte che stanno suscitando il maggiore interesse tra i partecipanti dell’ “European Robotics Forum” in corso a Rimini. Le tecnologie, frutto del lavoro dei ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia nell’ambito dell progetto europeo Sophia – Socio-Physical Interaction Skills for Cooperative Human-Robot Systems in Agile Production – rispondono a diverse ipotesi di utilizzo: operazioni di perforazione da svolgere in posizioni alte; sollevamento e nel trasporto di carichi pesanti; segnalazione di posture pericolose assunte in attività a rischio. Le diverse tecnologie targate “Spohia” state infatti sviluppate per introdurre negli ambienti industriali soluzioni che migliorino l’ergonomia delle attività lavorative, prevenendo i Disturbi Muscolo-Scheletrici. Inoltre, il progetto ha contribuito al processo necessario alla standardizzazione di tali tecnologie indossabili, attraverso la stesura di un CEN Workshop Agreement, ovvero linee guida per fare sì che gli strumenti di valutazione del rischio biomeccanico possano trovare applicazione diretta nel mondo produttivo.
Al Forum europeo hanno partecipato numerosi gruppi della comunità di robotica dell’IIT, esponendo prototipi sviluppati anche in altri progetti finanziati dall’Unione Europea: i semi di piante artificiali intelligenti per il monitoraggio ambientale (progetto iSeed); il robot umanoide R1 in grado di navigare come guida nei musei (progetto “Convince”); un cobot modulare da utilizzare dai lavoratori nei cantieri edili (progetto Cncert); la tuta sensorizzata iFeel per controllare le tecnologie avatar (progetto AnDy); una mano protesica e robotica (progetto SoftHandPro); il robot avatar AlterEgo (progetto euROBIN); una proboscide stampata in 3D, sensori tattili e pelle artificiale bio-ispirata (progetto Proboscis); e il robot Centauro per gli interventi in aree di emergenza (progetto Centauro ed euROBIN).
Il progetto Spphia ( https://project-sophia.eu/ ) è iniziato nel 2020 con l’obiettivo di sviluppare una nuova generazione di robot collaborativi e sistemi indossabili intelligenti che potessero migliorare l’ergonomia del posto di lavoro e la flessibilità della produzione, fino a raggiungere in futuro una personalizzazione di massa delle tecnologie. Il progetto, coordinato da Arash Ajoudani, principal investigator del laboratorio Human-Robot Interfaces and Interaction all’IIT di Genova, ha coinvolto 12 partner provenienti da sei stati membri europei ed è durato 4 anni.
Gli obiettivi del progetto Sophia sono stati raggiunti con la definizione di un insieme di tecnologie all’avanguardia che possono essere introdotte negli ambienti di lavoro industriali. Tra queste troviamo: una tecnologia di monitoraggio in tempo reale per la valutazione dell’ergonomia dello spazio di lavoro; robot collaborativi (CoBot) di nuova generazione con sistemi intelligenti ad alta capacità di carico e movimento agile; e dispositivi indossabili che funzionano sia come sistemi informativi, fornendo avvisi e guidando l’operatore che li indossa, sia come robot (wearBots) per avere un supporto mirato alle articolazioni.