Roma, 10 mar. (askanews) – Flash mob, presidi, biciclettate, attraversamenti pedonali in tutta Italia, per dire “Stop al Codice della Strage”. Ieri e oggi ci sono state decine di manifestazioni, centinaia di persone si sono mobilitate a Roma, Milano, Napoli, Lecce, Firenze, Cagliari, Modena, Padova, Pordenone, Trento, Treviso, Udine, Trieste, Reggio Emilia, Aosta, Alessandria, Ascoli, Fano, Pesaro, Pomigliano D’Arco (Na), Jesi (An), Lodi, Bresso (Mi), Chieri (To), Monza. Domani, lunedì 11 marzo, si scenderà in piazza a Genova, Lecco e Parma.Martedì 12 marzo si manifesterà a Torino, Bologna, Perugia, Ferrara e Varese.Mercoledì 13 marzo ci sarà una mobilitazione a Domodossola.
Le manifestazioni sono organizzate dalle associazioni familiari delle vittime sulla strada e altre associazioni della piattaforma #città30subito contro il nuovo Codice della Strada voluto dal Ministro Salvini e in discussione in Parlamento, che riporterà indietro l’Italia di 40 anni dal punto di vista della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile e la allontanerà ancora di più dagli altri Paesi europei dove i livelli di mortalità per incidenti stradali e per inquinamento sono già inferiori a quelli italiani.
“Il nuovo codice della Strada, in discussione alla Camera, è un grande passo indietro per l’Italia, che ha uno dei tassi più alti in Europa per numero di vittime della violenza stradale – dichiara Marco Scarponi, fratello di Michele, ciclista ucciso dalla nel 2017 e presidente della Fondazione Scarponi -. In questo Paese non si parla mai di sicurezza stradale, solo se ci tocca una tragedia da vicino ci rendiamo conto di questo enorme problema. È un fatto storico e importante che tante persone chiedano strade sicure per tutti e tutte: per chi si muove a piedi o in bici, ma anche per chi è al volante”.
Da martedì 12 marzo alla Camera partirà la discussione finale verso l’approvazione in prima lettura delle modifiche al Codice della Strada, che “peggiorerà il livello di tutela della vita umana nelle nostre città: sulle strade urbane ci saranno più automobili e camion che potranno viaggiare più veloci e senza limitazioni e controlli, diminuiranno gli spostamenti a piedi e in bici, aumenteranno le persone uccise o ferite gravemente (alla guida di auto, a piedi, in bici), ci sarà più traffico e, quindi, crescerà l’inquinamento e aumenteranno le patologie respiratorie e cardiovascolari”. (Segue)