Napoli, 7 mar. (askanews) – Domani, giovedì 8 marzo, sciopero per l’intera giornata dei lavoratori del gruppo Enel contro la politica del nuovo management che rischia di dare il “colpo di grazia” a una delle più importanti aziende del Paese. Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec-Uil scenderanno in piazza “per salvare l’Enel dalle logiche di mercato dettate da austerity, ridimensionamenti e esternalizzazioni che nulla hanno a che vedere con le strategie necessarie per guidare un Paese nella transizione energetica”, si legge in una nota congiunta del sindacato.
“Abbiamo registrato tanta sordità, non sono state ascoltate le obiezioni dei sindacati e, inevitabilmente, siamo arrivati allo sciopero. Questo è solo l’inizio, una lunga e impegnativa sfida ci attende. Enel non può rinunciare al ruolo che gli spetta di guida nella transizione energetica. Non si può scegliere di esternalizzare attività centrali con il solo effetto di precarizzare il mondo del lavoro e peggiorare il servizio”, affermano i tre segretari regionali Messina Catella per Filctem, Umberto Guarino per Flaei e Ciro Taccone per Uiltec.
“Ancora una volta i lavoratori e le lavoratrici daranno una prova autentica e forte di cosa vuol dire lottare contro tagli e scelte pericolose per il futuro energetico di questo Paese e per salvare un’azienda da un management che persegue una logica esclusivamente finanziaria. Per gestire l’Enel serve visione alta, un piano industriale che guarda al futuro, serve capire la centralità che questa azienda ha per il Paese, atteso che è affidataria di un fondamentale servizio pubblico essenziale. Finché Enel non torna ad essere sé stessa, noi non potremo fermarci. Vogliamo dimostrare a questa Enel che non può guidare gli investimenti previsti dal Pnrr senza organici e tutele adeguate. Concentrarsi sui tagli in una azienda iper-efficiente, è miopia, è scarsa capacità di visione. Il futuro non si affronta guardandolo dagli specchietti retrovisori. I lavoratori della Campania manifesteranno tutta la loro contrarietà a questo management senza visione prospettica”, concludono i sindacalisti.