Roma, 1 mar. (askanews) – Prosegue la contrazione dell’attività delle imprese manufatturiere in Italia, sebbene con una flebile attenuazione a febbraio, cui l’indice Pmi ha segnato 48,7 punti, dai 48,5 punti del mese precedente. Questo indicatore (Purchasing managers index) viene condotto presso i responsabili degli approvvigionamenti delle aziende e i 50 punti sono la soglia di neutralità, al di sotto della quale l’attività viene ritenuta in calo.
Viene elaborato da S&P Global, secondo cui il manifatturiero italiano risulta territorio recessivo da quasi un anno, anche se il dato di febbraio è il meno acuto finora registrato. Si attenua anche il calo degli ordinativi, che tuttavia si trascina da 11 mesi consecutivi.
Secondo Tariq Kamal Chaudhry, economista della Hamburg Commercial Bank citato nello studio “il manifatturiero dell’Italia è bloccato e non mostra nessun segnale di miglioramento. I dati di febbraio non sono cambiati molto e l’indice lascia poco spazio per l’ottimismo. Cosa preoccupa è il calo accelerato della produzione rispetto al mese scorso. I livelli rimangono nella fascia di contrazione, ed estendono quindi il periodo di declino a quasi un anno”.
“L’Indice del Livello Occupazionale ha osservato un significativo salto dal mese precedente, mostrando adesso la prima crescita dallo scorso settembre. Resta da vedere se la recente dinamica del mercato del lavoro sia un caso isolato oppure l’inizio di una tendenza. Malgrado le attuali interruzioni sul Mar Rosso, i tempi medi di consegna dei fornitori pare siano più brevi – osserva in un comunicato – mostrando una profonda debolezza della domanda e mandando un segnale tutt’altro che ideale. In aggiunta, gli ordini in fase di lavorazione sono diminuiti ad un tasso veloce e non si intravede nessun segnale all’orizzonte che potrebbe a breve capovolgere la situazione”.