Vicenza, 28 feb. (askanews) – “Il Veneto si presenta come modello nazionale” per la prevenzione delle esondazioni dei corsi d’acqua, grazie ai bacini di laminazione. Lo ha detto il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, in una conferenza stampa sul maltempo a Vicenza, insieme all’assessore regionale Gianpaolo Bottacin, Protezione civile.
“Se piove sul posto sbagliato andiamo sott’acqua anche noi. Il modello ci dice che dove siamo intervenuti ce la giochiamo fino in fondo con la natura – ha proseguito Zaia -. Questo Paese potrebbe decidere che anziché tirare fuori 2-3 miliardi all’anno di danni da alluvioni o affini, bisognerebbe investire su questo ‘piano Marshall’ e finanziare opere idrauliche. Non è vero che bisogna accettare a braccia aperte quello che la natura ci manda. Siccome abbiamo devastato noi la natura, con l’edificazione, possiamo anche intervenire con delle opere idrauliche che quantomeno abbassino il livello di rischio dei territori”.
Zaia ha aggiunto: “Continueremo a fare opere idrauliche. Il programma è importante. Un’opera idraulica, quando parli di un’opera come Caldogno, sono 3 milioni di metri cubi. È una roba grande. A Montebello adesso andremo a fare l’ampiamento, sono 9 milioni già adesso, gli mettiamo in pancia altri 4-4,5 milioni di metri cubi. Questa è tutta acqua che togliamo dagli scantinati delle case. Invece di pomparla fuori, la fermiamo prima. A me pare non ci voglia un genio per capire che questa è la strada per tutelare questo Paese. Dopo di che noi veneti abbiamo bisogno di almeno un altro miliardo di euro per fare opere. Stiamo collaudando opere non con delle simulazioni ma con l’acqua vera e questo mi fa piacere. Questa è anche una risposta per tutti quelli che dicono che le opere non vanno fatte”.