Roma, 27 feb. (askanews) – “Ci aspettiamo che nel Consiglio Europeo del 21 e 22 marzo ci sia la svolta necessaria. Abbiamo bisogno di tempi certi e urgenti per la maggiore flessibilità sugli aiuti di Stato, poiché le crisi di mercato impongono di andare oltre i limiti che ci sono stati imposti”: lo ha detto il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, nel corso del suo intervento alla conferenza stampa organizzata oggi al Masaf per illustrare le iniziative dell’Italia a sostegno degli agricoltori all’indomani del Consiglio Agricoltura e pesca Ue a Bruxelles.
“E’ ora di dare risposte certe e immediate alle esigenze delle imprese agricole – ha detto Prandini – Le aziende non possono più sopportare imposizioni burocratiche, follie e fenomeni che mettono a rischio il loro reddito e la loro stessa sopravvivenza. Aiuti di Stato come il de minimis non ci hanno messo in condizione di intervenire soprattutto su quelle filiere colpite dai fenomeni atmosferici. Queste situazioni vanno superate”.
“Credo che il lavoro di raccordo fatto dal Governo, sia dal presidente del Consiglio che dal ministro, con i ministri competenti ha portato – ha sottolineato al Masaf Prandini – a una diversa attenzione che l’Italia deve avere nei confronti delle istituzioni europee, un lavoro che, ad esempio, ci ha permesso di ottenere per l’agricoltura 3 miliardi in più nel Pnrr”.
Per quanto riguarda la Politica agricola comune, Prandini ha ribadito la posizione sempre tenuta dalla Coldiretti, ovvero la necessità di eliminare le eventuali sanzioni a carico degli agricoltori già da quest’anno e di porre fine all’aumento di adempimenti, obblighi e costi per le aziende agricole legati all’applicazione della condizionalità ambientale. “Norme troppo stringenti e spesso svincolate dalla realtà che ne hanno reso di fatto impossibile l’applicazione nelle campagne, già colpite dall’aumento costante dei costi di produzione e un corrispondente calo dei prezzi agricoli”, ha sottolineato.
Ancora, Coldiretti chiede lo stop della direttiva sul packaging e il rispetto del principio di reciprocità con uno stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano gli standard italiani.