Roma, (askanews) – “Giustizia per Khojali: la via per la Pace. Il riconoscimento delle responsabilità come base per la riconciliazione”. E’ il titolo dell’evento, organizzato su iniziativa del senatore Marco Scurria, per ricordare i fatti della notte tra il 25 e il 26 febbraio 1992 quando nella città azerbaigiana morirono 613 persone a causa dell’attacco dell’esercito armeno. Un evento che è stato prima di tutto l’occasione per parlare di giustizia, di diritto internazionale e di pace
Per la prima volta, quest’anno la ricorrenza è stata celebrata anche a Khojaly, nei territori liberati dove è stata issata la bandiera azerbaigiana. Per l’ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia, Rashad Aslanov è necessario che le vittime ottengano giustizia, perché si possa credere nella pace.
“32 anni fa la gente ha vissuto questo massacro di Khojaly, i sopravvissuti oggi possono tornare alla loro casa, speriamo che tornino con l’allegria di vivere sempre in pace nella loro casa. Oggi dopo 32 anni stiamo ancora cercando di avere giustizia per Khojaly, perché è questa la cosa importante per due motivi: perché la gente si senta protetta e perché per 32 anni i loro diritti sono stati violati. Loro non cercano vendetta, cercano giustizia per vivere la loro vita normale a Khojaly. Sanno che non succederanno più questi genocidi o massacri, non solo in Azerbaigian ma in nessun’altra parte del mondo”.
Nella notte tra il 25 e il 26 febbraio di 32 anni fa morirono 613 persone, tra cui 106 donne e 63 bambini e 1.275 residenti di Khojaly vennero presi in ostaggio, 150 risultano ancora dispersi.
A moderare l’evento il professore Antonio Stango, presidente della Federazione Italiana Diritti Umani – Comitato Italiano Helsinki. Presenti anche il senatore Giuliomaria Terzi di Sant’Agata, presidente della Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato e il professore emerito di Diritto internazionale presso l’Università LUISS Natalino Ronzitti che ha evidenziato gli elementi giuridici degli eventi avvenuti in Karabakh: dall’uso della forza contro un altro stato al trattamento della popolazione civile in caso di ostilità e assedio, su cui emergono violazioni del diritto internazionale. Ha preso parte al panel anche Fabrizio Conti, Direttore creativo Artcloud Network International, che ha presentato un video con immagini di repertorio e interventi delle vittime e dei sopravvissuti dei fatti di Khojaly.
Per il senatore Scurria, che ha aperto gli interventi, “verità e giustizia sono indispensabili per raggiungere pace e riconciliazione”.
“Stiamo cercando anche con iniziative come questa di ristabilire il senso di un dialogo tra popoli anche dopo crisi importanti e drammatiche come quelle che oggi ricordiamo, perché la via della pace è l’unica via che permette una collaborazione vera, sviluppo tra popolazioni e istituzioni. Come istituzione italiana, in questo caso al Senato, abbiamo voluto ricordare perché non c’è giustizia senza capacità di ricordare, ma indirizzando il ricordo verso la rabbia o verso la vendetta, ma verso un accordo e la possibilità di vedere il futuro con serenità”.