Roma, 27 feb. (askanews) – Gli investitori stranieri hanno aumentato la loro presenza nel mercato obbligazionario interno cinese a gennaio per il quinto mese consecutivo, cercando di trarre profitto dalle pressioni deflazionistiche nella più grande economia asiatica. Lo riferisce oggi il Nikkei Asia.
Secondo i dati ufficiali, gli acquisti netti di titoli di stato denominati in yuan da parte di investitori stranieri hanno raggiunto i 203 miliardi di yuan (26 miliardi di euro) a gennaio. Si è trattato del quarto afflusso mensile più alto dall’apertura di Bond Connect nel luglio 2017, che consente agli investitori offshore di acquistare obbligazioni cinesi onshore. Il terzo più grande afflusso è avvenuto a novembre.
Utilizzando i derivati per coprire i rischi valutari, gli investitori stranieri sperano di trarre vantaggio dalle pressioni deflazionistiche e dal conseguente calo dei tassi di interesse in Cina, secondo una nota pubblicata il 26 gennaio da due economisti dell’OCBC, Tommy Xie e Cindy Keung. I prezzi delle obbligazioni aumentano quando i rendimenti scendono.
Il crescente interesse straniero arriva nonostante la decisione dell’agenzia di rating Moody’s Investors Service di abbassare a “negativo” l’outlook sui titoli di Stato cinesi a dicembre.
I rendimenti dei titoli di Stato cinesi a breve termine sono aumentati in seguito all’aumento delle emissioni obbligazionarie da parte del governo centrale nei mesi di luglio e agosto, nel tentativo di stimolare l’economia. Alla fine del 2023 si sono verificati forti afflussi esteri, che hanno contribuito a spingere al ribasso i rendimenti.
Secondo i dati del 26 febbraio di China Central Depository & Clearing, i rendimenti erano circa del 2,38% per i titoli di stato cinesi a 10 anni e dell’1,767% per quelli a un anno.