Milano, 20 feb. (askanews) – La crisi climatica non risparmia nessuno, neppure la Fashion week di Milano, sulla quale è piombata, è il caso di dire, un’installazione voluta da Fondazione CESVI e Factanza Media. Un’auto in via Paolo Sarpi, colpita da enormi blocchi di grandine e con sul cofano un messaggio che, purtroppo, continuiamo a sentire: il cambiamento climatico non esiste. In particolare CESVI denuncia l’ingiustizia climatica, che colpisce Paesi come il Pakistan, nazione nella quale l’associazione opera da diversi anni, che contribuisce pochissimo alle emissioni, ma ne paga pesanti conseguenze ambientali.
“Due anni fa il Pakistan – ha detto ad askanews Roberto Vignola, vicepresidente di Fondazione CESVI – ha subito una terribile inondazione che ha sommerso il Paese per circa un terzo della sua superficie e questa alluvione ha prodotto otto milioni di rifugiati climatici. I media purtroppo hanno ignorato questa tragedia e oggi siamo qui per portare all’attenzione del pubblico questo tema del climate change, che ormai è qui, è presente nelle nostre vite quotidiane, quindi anche il titolo ‘Climate change doesn’t exist è un po’ provocatorio”.
Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, con una temperatura media di 0,6 gradi maggiore rispetto al 1991-2000 e di 1,48 gradi dal livello preindustriale1. Tra 1970 e 2021 i fenomeni meteorologici estremi nel mondo sono stati 11.778, con 4.300 miliardi di dollari di danni economici e la morte di 2 milioni di persone, per il 90% nei Paesi in Via di Sviluppo. “Colpisce ha aggiunto Cristina Parodi, ambasciatrice del CESVI – l’immagine di questa macchina distrutta dalla grandine e anche il claim ‘Cimate change doesn’t exist’ ci deve far riflettere sul fatto che non si può più trascurare questo problema enorme a livello globale”.
Per questo è necessario insistere sulla comunicazione e sulla comprensione del fenomeno che ci troviamo a considerare. “La macchina che vedete alle mie spalle – ha concluso Maria Russo – Project Manager di Factanza Meda – colpita da una forte grandinata, evidentemente ricorda quello che è successo a Milano a luglio e in tutta Italia, ricordiamo le inondazioni in Emilia-Romagna. Abbiamo voluto prendere questo simbolo perché è una conseguenza tangibile, che vediamo nella vita quotidiana di ciò che è il cambiamento climatico. Abbiamo voluto farlo durante la Fashion Week perché è una settimana nella quale Milano è piena di gente da tutto il mondo e quindi inevitabilmente ha una risonanza maggiore”.
Un altro degli obietti del progetto è quello di smuovere le persone, di invitarle a farsi portavoce di una richiesta di cambiamento profondo, che guardi al clima per quello che è realmente, ossia uno dei più importanti terreni nei quali si gioca la partita per il nostro futuro come specie.