Roma, 19 feb. (askanews) – Filippo Timi si immerge nel mondo cupo e poetico dei fratelli D’Innocenzo nella serie “Dostoevskij” prodotta da Sky Studios, presentata al festival di Berlino, prossimamente nei cinema. In un luogo isolato un poliziotto è ossessionato da “Dostoevskij”, killer seriale che uccide con una peculiarità: accanto al corpo lascia sempre una lettera con la propria desolante e chiarissima visione del mondo, della vita e dell’oscurità. Un’oscurità che avvolge anche la vita del protagonista.
I sei episodi di questo thriller hanno permesso ai fratelli di raccontare con insolita profondità il “viaggio al termine della notte” di un uomo, in un luogo sospeso e indefinito. “I personaggi che ci interessano sono quelli che circumnavigano degli apparati emotivi e delle stratificazioni mentali che non sono così concrete, che non sono così delineate. Essenzialmente parliamo di fantasmi. Avere queste ghost town ci affascina moltissimo, ci smarca anche da quel pericolosissimo equivoco del: ok queste cose accadono solo in questo posto, quindi io mi posso anche ritenere fuori dai giochi o al sicuro”, hanno spiegato i registi.
Timi è il perfetto interprete del mondo creato dai due registi romani. “E’ il ruolo shakespeariano meno shakespeariano che abbia mai fatto. E’ la visione dei fratelli D’Innocenzo, ovvero due poeti. Perché secondo me la vera differenza tra i due fratelli e gli altri registi è che scrivono e che son poeti, e che hanno una visione e un’invenzione poetica”, ha affermato Timi.