Cape Canaveral, 15 feb. (askanews) – L’America riprova a tornare sulla Luna con IM-1. Dopo il fallimento di Peregrine, costretto a rientrare sulla Terra per la perdita di carburante, il ritorno sulla Luna degli Stati Uniti, per la prima volta dopo più di 50 anni, è affidato, ancora una volta, a un operatore commerciale.
La missione privata del piccolo Lander IM-1 Nova C “Odysseus” di Intuitive Machine, azienda specializzata in tecnologie lunari – la prima di 3 analoghe finanziate dalla Nasa nell’ambito del programma Commercial Lunar Payload Services (CLPS) – è ufficialmente iniziata il 15 febbraio alle 7.30 del mattino ora italiana, con la partenza del lanciatore Falcon 9 di Space X dalla base Nasa di Cape Canaveral, in Florida.
Circa 48 minuti dopo è evvenuto il cosiddetto “deployment” cioé il distacco dal lanciatore del lander che, così, ha iniziato il suo vero e proprio viaggio verso il cratere Malapert A, al polo sud lunare. Se questa volta tutto andrà bene, sarà questo il primo veicolo americano a toccare la superficie lunare dalla missione Apollo 17 del 1972.
Sul rover, un cilindro esagonale alto 4 metri e largo poco più di un metro e mezzo per una massa totale di 1.908 kg al lancio, ci sono 5 carichi utili della Nasa e 4 di aziende private, oltre a un’opera d’arte di Jeff Koons.
Tra gli obiettivi della missione, dimostrare tecnologie di atterraggio di precisione e capacità di comunicazione e navigazione da e per la Luna, anche in vista delle prossime missioni lunari umane del programma Artemis nonché effettuare diversi esperimenti scientifici tra cui, per esempio, lo studio dell’interazione delle radiazioni cosmiche con la superficie lunare.