Roma, 8 feb. – Guardando alla cronaca giornaliera che possiamo leggere sui giornali o osservare direttamente in un telegiornale, facendo affidamento alle statistiche che ci vengono fornite di tanto in tanto da ISTAT e altri aggregatori, ascoltando dichiarazioni o semplicemente osservando da vicino la realtà del nostro paese e di tanti altri possiamo renderci conto di quale sia una delle piaghe della nostra contemporaneità: si parla di una gravissima difficoltà sociale, che ha a che fare con il mondo del lavoro e con le costanti morti che si affrontano giorno per giorno. Il tema delle morti sul lavoro è ormai diventato un qualcosa di tremendamente attuale e per cui si cerca – in qualsiasi modo – di trovare una quadra.
Al di là dell’importanza delle manifestazioni, che vengono messe a punto per tentare di smuovere il sistema lavorativo nel quale operiamo, esistono delle soluzioni pratiche per fermare un fenomeno ormai dilagante e per pronunciare la parola “stop” a proposito di una difficoltà che non può più essere ignorata.
Il primo elemento che dovrà essere in grado di garantire la massima sicurezza possibile sul luogo di lavoro, soprattutto per la tutela del personale e per la responsabilizzazione dello stesso, interessa un aspetto prettamente teorico. Si tratta, sostanzialmente, di un obbligo normativo al quale molti datori di lavoro tendono a sottrarsi, per una motivazione di stampo burocratico o per tutela personale; è, a tutti gli effetti, un atto meschino, dal momento che salvaguardare il lavoratore deve essere il primo compito di un datore di lavoro, soprattutto se si opera in una realtà lavorativa molto difficoltosa, dal punto di vista degli strumenti che si utilizzano o dei rischi che si corrono.
La legge prevede che esistono delle figure professionali che si occupano della garanzia di sicurezza all’interno di uno spazio lavorativo, per cui il datore di lavoro non può certo sottrarsi o delegare ad altri tale responsabilità. Il tutto parte con la gestione di un documento per la valutazione dei rischi, all’interno del quale vanno specificate tutte le casistiche relative al luogo in cui si opera, soprattutto considerando quelle componenti che possono essere maggiormente pericolose per un lavoratore. A sua volta, quest’ultimo dovrà essere costantemente informato, fin dal momento iniziale in cui lavora all’interno di uno spazio, a proposito dei rischi a cui va incontro e delle garanzie di sicurezza che ottiene in cambio del suo operato. Tutte queste azioni non possono certo essere realizzate in assenza di una figura burocratica che si occupi della gestione del controllo: in tal senso, interviene il rspp, un Responsabile di pubblica sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro che garantisce il corretto svolgimento delle attività di cui sopra.
Non c’è sicurezza sul lavoro che non passi attraverso l’utilizzo della corretta strumentazione in grado di garantirla. Affinché la tutela del personale sia la massima possibile, ogni datore di lavoro dovrà occuparsi di acquistare, gestire e fornire al personale tutti gli strumenti atti alla protezione del proprio corpo, quando si opera all’interno di un luogo pericoloso o a contatto con componenti che possono essere potenzialmente rischiose. Questi strumenti prendono il nome di dispositivi di sicurezza individuale e vengono classificati in base al tipo di protezione che offrono al lavoratore, affinché quest’ultimo sia ben protetto nel momento in cui realizza una determinata attività. Il primo livello di sicurezza garantito dai dispositivi di protezione individuale è quello che interessa lavoratori come operai del legno, del ferro, della carta o del pellame, con mascherine di sicurezza, occhiali protettivi, visiere, guanti e tute che garantiscono la sicurezza rispetto a detriti, schegge o altri oggetti che possono essere potenzialmente contundenti.
Si prosegue con un livello di sicurezza aggiuntive, che viene offerto a tutti lavoratori che operano in condizioni ancora più pericolose, come operai di determinati cantieri, che avranno bisogno di imbracature e di funi di sicurezza; lavoratori all’interno di laboratori chimici, che dovranno essere protetti dalle possibili esalazioni chimiche di componenti; operai delle miniere o lavoratori che operano al buio, i quali avranno bisogno di un corretto sistema di illuminazione corporea per evitare incidenti di ogni genere. Si conclude con alcuni dispositivi di sicurezza quali il localizzatore di persona, soprattutto per chi agisce in condizioni geografiche piuttosto particolari, laddove la dispersione può essere un fattore di quotidianità. Insomma, in assenza di dispositivi di sicurezza individuale non è possibile lavorare con la garanzia di protezione del lavoratore.