Roma, 7 feb. (askanews) – “Le proteste di questi giorni sono l’esplosione di un malcontento che covava da decenni. La rabbia degli agricoltori, che noi comprendiamo, deve però essere indirizzata verso i reali responsabili dei loro disagi: chi fa il prezzo, chi strozza le filiere e chi determina i dazi su entrate e uscite anche con accordi scellerati e rapporti economici con altri paesi extra Ue”. Così Giuseppe Romano, presidente di AIAB, sulle proteste degli agricoltori che stanno infiammando l’Europa.
Secondo Aiab le proteste “dovrebbero uscire dalla limitata ottica delle rivendicazioni di categoria e spingere verso un reale cambio di passo di tutto il sistema, chiedendo all’Europa in primo luogo di premiare chi garantisce la sostenibilità certificata dei prodotti e di scoraggiare e disincentivare chi produce inquinando”.
Il problema, per Aiab, non sono tanto le politiche green dell’Europa “che anzi rappresentano oggi una delle strade da seguire se si vuole salvare la produzione del futuro, ma chi in tanti anni non ha tutelato i produttori, a partire dalle organizzazioni professionali”.
L’indice è puntato su una politica dei prezzi iniqua “che spesso, in modo fuorviante, è stata chiamata di filiera ma che di fatto strozza l’anello più debole della catena: l’agricoltore, già stritolato dalle maglie della burocrazia e oggi dell’aumento del prezzo del carburante e dell’energia”.
Sul fronte invece della Politica agricola comune, Romano spiega: “se dopo 60 anni di politiche gli effetti sono questi, probabilmente lo strumento deve essere fortemente riformato, mettendo al centro dello sviluppo la sostenibilità, declinata in tutti i suoi aspetti, a cominciare da un maggiore sostegno al settore del biologico che rappresenta oggi l’unica ceritificazione valida che garantisce qualità delle materie prime e tutela del prezzo”.
Inoltre, “l’agricoltura italiana – conclude Romano – va sostenuta dalla collettività, nelle piazze, certo, ma soprattutto nel carrello. Bisogna fare molta attenzione a fare la spesa oggi. Compriamo prodotti biologici che tutelano il territorio, la biodiversità, contrastano il cambiamento climatico, e cercano di garantire il giusto prezzo e quindi la dignità del settore”.