Lombardia, mozione di Avs su morte ambasciatore Attanasio in Congo – askanews.it

Lombardia, mozione di Avs su morte ambasciatore Attanasio in Congo

Chiede revoca dell’immunità ai due funzionari del Wfp coinvolti
Feb 5, 2024

Milano, 5 feb. (askanews) – Domani il Consigliere regionale di Avs in Lombardia Onorio Rosati presenterà al Pirellone una mozione, come primo firmatario, sulla vicenda dell’ambasciatore Luca Attanasio, morto in un agguato il 22 febbraio del 2022 nella Repubblica Democratica del Congo insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e al cittadino congolese Mustapha Milambo. Nella mozione si impegna il presidente della Regione e la Giunta regionale a chiedere al ministero e alla presidente del Consiglio quali siano le motivazioni che hanno portato alla decisione di non costituirsi Parte Civile al processo avviato dalla Procura romana.

C’è poi l’impegno a esprimere e presentare in maniera ufficiale richiesta di revoca dell’immunità ai due funzionari del Wfp perché si possa tenere il processo che ne acclari in modo chiaro e netto innocenza o colpevolezza e si possa davvero lavorare perché si ottenga verità e giustizia per le tre vittime. La procura di Roma ha avviato un procedimento penale per omicidio colposo e omesse cautele nei confronti dei due funzionari del Wfp, per le inadempienze dell’organizzazione del convoglio: nello specifico si accusano i due funzionari di non aver dichiarato la presenza nel convoglio di un diplomatico e, a causa di tale omissione, non sarebbe stato attivato il protocollo di sicurezza con mezzi blindati e scorta armata dei Caschi Blu.

Le indagini delle autorità congolesi hanno portato all’arresto di sei persone accusate dell’assalto e degli omicidi. Tutti e sei gli accusati sono stati condannati a morte con pena convertita poi in ergastolo in seguito alle proteste del Governo e della famiglia di Attanasio. Sulla effettiva responsabilità dei condannati e sulla dinamica dell’accaduto persistono, anche dopo la condanna, numerosi dubbi. I due funzionari del Wfo potrebbero avvalersi dell’immunità giurisdizionale sulla quale si deve esprimere il Tribunale di Roma e non risulta essere stata presentata alcuna richiesta ufficiale di revoca da parte delle competenti istituzioni nazionali.

Il governo italiano si è costituito “parte civile” nel processo portato avanti dalle Autorità congolesi ma non nel procedimento contro i due funzionari Wfp attivato dalla magistratura italiana. Lo scorso 24 gennaio si è tenuta la quinta udienza preliminare del processo presso il Tribunale di Roma durante la quale i funzionari degli Affari giuridici del Ministero degli Esteri non hanno preso posizione contro la revoca dell’immunità. Il prossimo 13 febbraio è fissata l’udienza che scioglierà il quesito processuale esprimendosi definitivamente rispetto all’approvazione dell’immunità o alla sua deroga.