Agricoltori soddisfatti in Francia ma cosa chiedono i “trattori” all’Ue? – askanews.it

Agricoltori soddisfatti in Francia ma cosa chiedono i “trattori” all’Ue?

  La protesta si allarga attraverso il continente
Feb 2, 2024
Roma, 2 feb. (askanews) – In nessun luogo come in Francia si sa protestare, e gli agricoltori francesi hanno ottenuto qualcosa dal governo, tanto da sospendere i blocchi stradali che stavano paralizzando il paese.

Il primo ministro francese Gabriel Attal ha annunciato giovedì le misure di sostegno fiscale e sociale per gli agricoltori-allevatori.

Attal ha detto che c’è un malessere che “viene da lontano” “I nostri agricoltori hanno bisogno di un sostegno specifico. Per questo vi annuncio che dedicheremo loro 150 milioni di euro di sostegno fiscale e sociale a partire da quest’anno e per sempre”.

Inoltre ha annunciato che prende provvedimenti per impedire l’importazione di frutti e legumi trattati con il tiaclopride, insetticida messo al bando in Europa. Ma l’Europa ha detto Attal non ha preso ancora misure di salvaguardia contro i prodotti importati, quindi la Francia si muove da sola e promette clausole di salvaguardia per lottare senza tregua contro la concorrenza sleale.

Ma la protesta degli agricoltori attraversa l’Europa, dalla Spagna all’Italia dove si parla di trattori a Roma la prossima settimana. Ieri hanno marciato su Bruxelles per farsi sentire dai leader riuniti al Consiglio europeo.

Cosa chiedono? Protestano per il costo del gasolio, e per diverse misure comunitarie. Come l’obbligo di tenere a riposo il 4% dei terreni (su cui la Commissione però è pronta a concedere una nuova deroga), e poi sostengono che i lauti fondi del bilancio europeo assegnati alla politica agricola (oltre 1.200 miliardi tra il 2021 e il 2027) non raggiungono i piccoli coltivatori; e protestano anche appunto contro le importazioni di prodotti esteri che penalizzerebbero il cibo europeo, magari favoriti appunto da pesticidi, bassa qualità o costo della manodopera ancora più basso che qui.

Ma la concorrenza non si fa solo fuori dai confini dell’Unione. Anche l’arrivo di prodotti da altri paesi Ue – che non è controllabile in base al mercato libero – può destabilizzare il settore. Prova ne sia la risposta piccata del premier spagnolo Pedro Sanchez che ieri ha contestato le critiche della francese Segolene Royal ai pomodori spagnoli.

“Credo che la signora Royal non abbia avuto la fortuna di provare i pomodori spagnoli. La invito in Francia a provare una qualunque delle varietà di pomodori spagnoli e vedrà che sono imbattibili”. Anche noi italiani avremmo qualcosa a che ridire.