Milano, 1 feb. (askanews) – Mitigare gli effetti del cambiamento climatico sul suolo, sempre più povero di sostanza organica e divenuto ormai fonte di emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, ridurre il rilascio di inquinanti connesso all’impiego di prodotti chimici di sintesi nei vigneti, e migliorare la produzione vitivinicola in un’ottica di transizione verso un’economia circolare. È questo lo scopo del progetto Enochar, coordinato, nell’ambito del Programma di sviluppo rurale dell’Emilia Romagna, da Ri.Nova, società cooperativa che si occupa di ricerca e sperimentazione nel comparto delle produzioni vegetali.
“Il terreno coltivabile si sta inesorabilmente impoverendo e si sta trasformando anche a causa del cambiamento climatico: anziché stoccare carbonio aiutando il clima, come in passato, oggi il suolo sta diventando un’ulteriore fonte di emissione” ha affermato Giovanni Nigro, responsabile del settore vitivinicolo di Ri.Nova, spiegando che “ad esempio, l’incremento delle temperature contribuisce ad accelerare la perdita di sostanza organica: in Emilia-Romagna diverse ricerche hanno mostrato come oltre il 50% dei terreni coltivati possa considerarsi povero di sostanza organica con valori anche sotto l’1%, e questo ha incentivato l’utilizzo di fertilizzanti sintetici, il cui abuso però è una minaccia per l’ambiente”.
“Da qui prende le mosse il progetto Enochar che intende contrastare queste criticità attraverso l’interramento di nuove matrici organiche come compost, biochar (matrice solida, altamente porosa, ricca di carbonio in percentuale dell’80-90%) e un mix delle due matrici, ottenute da sottoprodotti e scarti della filiera agroalimentare, in particolare da quella vitivinicola, in un’ottica di economia circolare” haproseguito Nigro, aggiungendo che “l’interramento di Biochar e CB Mix permette di incrementare lo stoccaggio di carbonio nel suolo, di ridurre l’utilizzo dei fertilizzanti sintetici e, quindi, il rilascio di sostanze inquinanti, migliorando al tempo stesso la fertilità e la capacità di ritenzione idrica del suolo, fondamentale nelle sempre più frequenti estati siccitose. Questi due elementi, in particolare, incidono in modo importante sulla qualità della produzione vitivinicola”.
Partito a febbraio 2023, Enochar si concluderà nel corso del 2024: le azioni previste dal Piano sono diverse, a partire dalla valutazione degli effetti dell’applicazione di queste innovative matrici organiche sul suolo, sulla vite e sul vino. L’attività è stata condotta in un vigneto a Tebano (Faenza), coltivato con la varietà resistente Sauvignon Kretos. “Attraverso le tecniche proposte da Enochar, i produttori potranno razionalizzare la gestione del suolo, gestire efficientemente l’apporto idrico nel vigneto e ridurre i costi associati all’applicazione di fertilizzanti di sintesi” ha continuato Nigro, evidenziando che “al tempo stesso il suolo sarà protetto da erosione, inquinamento e diminuzione della fertilità, stoccando una maggior quantità di carbonio in un’ottica di adattamento e mitigazione rispetto al cambiamento climatico”. Infine, il migliore equilibrio vegeto-produttivo delle viti dovuto a una razionalizzazione della concimazione attraverso l’interramento di tali matrici permetterà di migliorare l’efficienza di distribuzione di prodotti per la difesa, riducendo l’esposizione dell’operatore ai rischi connessi all’utilizzo dei fitofarmaci”.