Roma, 1 feb. (askanews) – E’ stata chiusa la procedura avviata in Europa a seguito della notifica della legge 173 del 2023 sulla carne coltivata. “La chiusura comporta che sia stato definitivamente accertato da parte della Commissione europea la compatibilità della legge con i principi del diritto dell’Unione europea in tema di mercato interno. Diversamente, la Commissione avrebbe proceduto a contestare, come era nelle sue facoltà, le disposizioni, a prescindere dalla modalità di notifica. Non ci sarà pertanto nessuna procedura di infrazione né richiesta all’Italia di abrogare la legge”. Lo ha ribadito nel question time al Senato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.
Il ministro ha aggiunto che ora la Commissione Europea “chiede solo di essere informata sull’applicazione della legge da parte dei giudici nazionali, con buona pace dei tanti fanfaroni che hanno in queste ore replicato messaggi nefasti, come era avvenuto quando si era sostenuto che quella legge questo Parlamento non l’avrebbe approvata, che il Presidente della Repubblica non l’avrebbe promulgata, che in Europa saremmo stati isolati”.
Lollobrigida ha ricordato che la scelta del Governo italiano rispetto al cibo sintetico è stata oggetto di un documento presentato nel Consiglio Agrifish del 23 gennaio scorso insieme ad Austria e Francia e ha aggiunto: “oggi Attal (il primo ministro francese, ndr.) è tornato sul tema, sottolineando, a nome della Francia che la considerano un pericolo nelle dichiarazioni che abbiamo letto sulla stampa”.
Nelle premesse del documento abbiamo definito con chiarezza che il cibo sintetico, e in particolare la cosiddetta carne coltivata, rappresentano una potenziale minaccia per l’Europa dal punto di vista sanitario, ambientale, etico, ma anche sociale ed economico. Su 26 nazioni che potevano sottoscrivere il documento, 14 lo hanno fatto formalmente e altre cinque l’hanno appoggiato in sede di dibattito”, ha ricordato il ministro.
“Siamo convinti – ha detto – che le nostre posizioni vadano supportate sempre da ulteriori dati scientifici. Non temiamo la trasparenza ed è questa la richiesta che abbiamo fatto all’Europa. Di verificare che cosa sta accadendo con operazioni di greenwashing che hanno tentato di oscurare i rischi di questo tipo di produzione e abbiamo chiesto che l’Europa, rispetto a questi temi, apra una consultazione ai cittadini europei, perché possano scegliere quale deve essere il loro indirizzo”. “Questo Parlamento ha difeso un modello di civiltà – ha concluso Lollobrigida – E le altre nazioni in Europa oggi guardano l’Italia come punto di riferimento in questo senso”.