Milano, 31 gen. (askanews) – Milano può diventare la prima vera smart city in Italia, ma per esserlo serve una marcia in più. Ragionando sulla interoperabilità. E comunque ogni smart city fa storia a sè, e non è possibile trasportare un modello di mobilità da una città a un’altra. È quanto è emerso da un convegno promosso da American Chamber of Commerce nella sede di Boston Consulting Group a Milano.
Tra gli altri hanno preso la parola l’assessore al Bilancio e Patrimonio Immobiliare del Comune di Milano Emmanuel Conte, il presidente di ACI Infomobility Geronimo La Russa, il presidente e Ceo di Ferrovie Nord Milano, Andrea Gibelli, e ancora Emmanuel Becker, managing director di Equinix, Alessandro Lega, managing director legal southern Europe e presidente del CdA di FedEx Italy, Gianmarco Lucchini, managing director di Aecom Italy e per Boston Consulting Group Andrea Chiapetta. Ad aprire le danze nel talk “Intermodalità e Smart Cities: il futuro della mobilità” il managing director di AmCham Italy, Simone Crolla. A moderare la giornalista Camilla Conti.
Il tema di smart city e mobilità è più che mai attuale. Emmanuel Conte ha spiegato come molta parte dei finanziamenti “intercettati” dalla città va alla mobilità e questo non deve meravigliare, perché il tema è dotato di “stretta attualità”. “È il tema di come ci muoveremo nella sostenibilità ecologica e sociale, ma è anche un tema di stabilità economica” ha detto. A sua volta Gibelli ha definito “sbagliato considerare Milano, hinterland e la Lombardia come tre entità separate”. Tutto deve essere interconnesso nella città del futuro, in una “dimensione regionale” ovvero il “nuovo pardigma, dove a livello mondiale le grandi sfide si giocano tra 10 e 20 milioni di abitanti e la Lombardia con al centro Milano può accettare questa sfida integrando i propri servizi di mobilità”.
E comunque ogni sistema deve essere tagliato su misura come un abito sartoriale. Come ha spiegato Becker, facendo l’esempio di Roma e Milano: Roma è più complicata. Milano a livello di smart city è più semplice. Un sistema sviluppato a Francoforte, non può essere impiantato a Genova. “Milano può diventare la prima vera smart city in Italia”, ha detto Geronimo La Russa. “Perché ne ha tutte le caratteristiche: è una città che attrae tantissimo turismo, tanti giovani, tante persone proiettate verso il futuro: è la locomotiva d’Italia in tema economico, è la capitale della cultura italiana, di qua passa tanta gente che ha l’esigenza di muoversi facilmente e liberamente con tutti i mezzi, meglio se integrati con l’infomobilità”. Insomma è possibile ma per diventarlo “serve una marcia in più”.