Roma, 31 gen. (askanews) – In una lettera congiunta, pubblicata dal Financial Times, alcuni leader europei hanno chiesto di raddoppiare gli sforzi per armare l’Ucraina. “Si profilano problemi cruciali: l’Ucraina non dispone di sufficienti munizioni di artiglieria. E gli impegni per il sostegno militare rischiano di non soddisfare le esigenze” del Paese, hanno affermato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro danese Mette Frederiksen, il primo ministro ceco Petr Fiala, il primo ministro estone Kaja Kallas e il loro omologo olandese, Mark Rutte, precisando che “non vi è alcuna indicazione che la guerra finirà presto”.
I leader europei hanno anche definito la loro incapacità di fornire all’Ucraina 1 milione di proiettili di artiglieria entro la fine di marzo 2024, “la dura verità”, e hanno ribadito che “se i soldati ucraini vogliono continuare a combattere, il bisogno di munizioni rimane schiacciante”. “Dobbiamo rinnovare la nostra determinazione e raddoppiare i nostri sforzi per garantire il nostro sostegno per tutto il tempo necessario. Ciò che è urgente oggi è fornire munizioni e sistemi d’arma, compresi obici, carri armati, UAV e difesa aerea, di cui l’Ucraina ha urgentemente bisogno sul campo”, hanno affermato nella lettera congiunta. Scholz, Fiala, Frederiksen, Kallas e Rutte hanno precisato inoltre che le armi ordinate oggi non raggiungeranno il campo di battaglia in Ucraina prima dell’inizio del prossimo anno.
“Dobbiamo quindi insistere sulla ricerca di modi per accelerare la consegna dei colpi di artiglieria promessi all’Ucraina. Ciò può avvenire attraverso la donazione delle scorte esistenti o l’approvvigionamento congiunto di munizioni attraverso le nostre industrie della difesa. Questo richiede l’espansione delle capacità industriali in Europa attraverso contratti quadro di appalto e investimenti sostenibili da parte degli Stati membri. Anche i paesi partner potrebbero svolgere un ruolo importante e sono invitati a unirsi al nostro sforzo collettivo”, hanno aggiunto, ricordando che i loro paesi hanno partecipato attivamente alle donazioni all’Ucraina e hanno promesso di continuare i loro sforzi.
“La nostra capacità di continuare a sostenere la difesa dell’Ucraina, sia durante l’inverno che a lungo termine, è decisiva. In effetti, è una questione che riguarda la nostra comune sicurezza europea”, hanno affermato.