Roma, 30 gen. (askanews) – “Ci deve essere un’eccezione agricola francese” ha insistito il primo ministro francese Gabriel Attal parlando della risposta del governo alle proteste degli agricoltori che stanno bloccando la Francia e non solo, durante il suo discorso di politica generale, a tre settimane dal suo insediamento, davanti all’Assemblea Nazionale.
“La nostra agricoltura è la nostra forza e anche il nostro orgoglio. Quindi lo dico qui solennemente, c’è e ci deve essere un’eccezione agricola francese. Sono lucido di fronte all’accumularsi di norme, di fronte a decisioni che cadono dall’alto e che a volte cadono da chissà dove. Anche gli agricoltori hanno i loro dubbi e cercano risposte e soluzioni. Ma noi ci saremo, senza alcuna ambiguità”.
Un discorso seguito dagli agricoltori per strada, durante le proteste contro le normative dell’Unione europea per il settore, in cui ha inoltre annunciato di voler ridurre la burocrazia e snellire molte procedure amministrative.
Il premier ha aggiunto che “l’identità” francese “non verrà diluita o dissolta”. “La Francia non sarà, non è, non è mai stata una nazione che subisce. La Francia è un punto di riferimento, un ideale, un patrimonio morale, un modello sociale protettivo invidiato in tutto il mondo” ha detto.
Anche il presidente francese Emmanuel Macron è intervenuto sul tema e da Stoccolma, durante la visita di Stato in Svezia, ha dichiarato che sarebbe “facile dare la colpa di tutto all’Europa” per spiegare le difficoltà incontrate dagli agricoltori, che criticano alcuni obblighi della Politica agricola comune, sostenendo che i problemi del settore sono talvolta “strutturali e ciclici” e indicando questioni come le importazioni dall’Ucraina che, a suo dire, dovrebbero essere meglio regolamentate.
Alle proteste dei trattori si è unita anche la Spagna. La Commissione europea ha fatto intanto sapere che giovedì sarà presentata una proposta per una nuova deroga alle norme contestate.