Belluno, 27 gen. (askanews) – Con una lettera congiunta indirizzata al Comitato Olimpico Internazionale nella persona del presidente Thomas Bach, i presidenti di Confindustria Veneto e Confindustria Belluno Dolomiti, Enrico Carraro e Lorraine Berton, lanciano un ultimo appello perché “le gare di slittino, bob e skeleton siano assegnate, senza esitazione alcuna, a Cortina d’Ampezzo dove presto si inizieranno i lavori dello Sliding Center per cui è scesa in campo la società Pizzarotti, tra le principali aziende italiane ed europee nel settore delle grandi opere pubbliche”. La lettera-appello è stata inviata al Cio nelle scorse ore e, per conoscenza, a Giovanni Malagò (Presidente Comitato Olimpico Nazionale Italiano), Andrea Abodi (Ministro per lo Sport e i Giovani), Matteo Salvini (Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti), Luca Zaia (Presidente Regione Veneto), Attilio Fontana (Presidente Regione Lombardia), Maurizio Fugatti (Presidente Provincia Autonoma di Trento), Arno Kompatschner (Presidente Provincia Autonoma Bolzano), Gianluca Lorenzi (Sindaco di Cortina d’Ampezzo) e Giuseppe Sala (Sindaco di Milano). La missiva è stata inviata anche al Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni. Carraro e Berton si rivolgono al presidente Bach e all’intero Comitato “con urgenza e preoccupazione”, parlando di “una questione strategica per il futuro di interi territori e per la piena riuscita delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026”. I due presidenti di Confindustria Veneto e Confindustria Belluno Dolomiti sottolineano come la pista da bob a Cortina sia “uno dei capisaldi della candidatura olimpica – e del suo conseguente successo – nonché l’unica reale garanzia di Olimpiadi vere sul territorio, con gare, atleti e vibrante spirito olimpico”.
“Non si tratta di un feticcio, ma di una infrastruttura sportiva erede di una grande tradizione – iniziata con le Olimpiadi del 1956 – e proiettata al futuro”, scrivono Carraro e Berton, ricordando che “alle gare di slittino, bob e skeleton sono collegate altre partite fondamentali, come quella del villaggio olimpico e, più in generale, la stessa legacy olimpica, fatta di opere concrete, visibilità, fiducia e buone pratiche”.
“La mancata assegnazione delle gare suddette a Cortina rischia di innescare un effetto domino capace di azzerare la portata dell’evento. È un’ipotesi che vogliamo e dobbiamo scongiurare. Per dirla in altre parole, Cortina non merita Olimpiadi a metà o ridotte: in questo modo si andrebbe a creare un evidente squilibrio tra territori in quella che invece era stata salutata come la prima Olimpiade “diffusa” della storia, capace di aggregare montagna e area metropolitana di un’unica Nazione”. “Può un’Olimpiade essere fonte di disparità? Noi crediamo proprio di no”, la posizione di Carraro e Berton. “Rigettiamo poi con forza le rappresentazioni di alcune Associazioni ambientaliste che, seppur assolutamente minoritarie, fanno la voce grossa dimenticando che una montagna viva non può prescindere da infrastrutture e opere sostenibili ed efficienti.
Lo stesso bando della Società Infrastrutture (Simico) – emesso a fine dicembre – ha accolto una serie di modifiche, rendendo l’impianto “leggero” e funzionale, come richiesto espressamente dalla Regione del Veneto e dal Ministero delle Infrastrutture, rispettivamente nelle persone del presidente Luca Zaia e del ministro Matteo Salvini. Tali Associazioni inoltre dimenticano di dire che la montagna bellunese è già tra le aree più vincolate e tutelate d’Italia e d’Europa e che le Dolomiti – di cui Cortina è Regina incontrastata – sono patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco perché le loro genti e le loro imprese hanno saputo mantenere un ambiente unico nel tempo, integrando elemento antropico, ambientale e paesaggistico”.
Non mancano poi considerazioni di natura socio-economica. “Olimpiadi vere sono altresì motore di sviluppo in un territorio, quello dell’Alto Veneto, che necessita di recuperare attrattività, sia in termini di investimenti che di talenti, quindi persone, giovani in particolare. Soltanto la provincia di Belluno perde oltre mille abitanti l’anno e solo un evento unico e straordinario come una Olimpiade può invertire questa drammatica tendenza. La stessa Regione del Veneto, prima regione turistica d’Italia e tra le più produttive d’Europa, crede nelle Olimpiadi per consolidare un asset strategico, al quale sono collegati interi comparti manifatturieri come lo Sportsystem. Aumentare il Pil del Veneto significa fare il bene del Paese, di cui è sempre stato locomotiva.
È quindi una innegabile questione di interesse nazionale. In ballo, non c’è quindi una semplice pista da bob, c’è molto di più: c’è il sogno olimpico di un intero territorio che non può svanire per mere posizioni ideologiche o preconfezionate”. Carraro e Berton, infine, confermano l’impegno di Confindustria Veneto e Confindustria Belluno Dolomiti: “All’impresa Pizzarotti e, più in generale, alle imprese mobilitate per le Olimpiadi, garantiamo il nostro pieno supporto di Associazioni del territorio, che nel territorio vivono, lavorano e vogliono continuare a rimanere e crescere con responsabilità, fiducia e senso del futuro”, la conclusione dei due presidenti.