Bologna, 26 gen. (askanews) – Nella Corte d’appello di Bologna ci sono 51 magistrati sui 60 previsti. Ma le mancanze più pesanti sono quelle che riguardano il personale amministrativo: 92 tra dirigenti, funzionari e assistenti rispetto ai 137 previsti in organico. Il 9% della struttura è “scoperta”: un “problema strutturale” spiega il presidente Oliviero Drigani; “abbiamo una pianta organica borbonica che non corrisponde al dinamismo del distretto emiliano-romagnolo che è uno dei polmoni economici del paese”.
E’ questo il “punto dolente” che verrà evidenziato domani durante la cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario a Bologna alla presenza del presidente della Corte costituzionale, Augusto Barbera. “Le ombre sono tante” ha anticipato Drigani, ma “l’inadeguatezza degli organici soprattutto nei livelli amministrativi” è il problema più grave, che incide sul funzionamento di tutta la macchina. Un esempio su tutti il processo ai mandanti per la Strage alla Stazione di Bologna: mercoledì 31 gennaio è in programma la prima udienza del processo d’appello a carico dell’ex di Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini, condannato all’ergastolo e “ho dovuto fare miracoli per le compatibilità dell’organico”. Poi, ha aggiunto il presidente Drigani “abbiamo problemi sul versante del civile” per via dell’aumento delle controversie familiari. “Bologna merita non tanto più attenzione dal Consiglio superiore della magistratura che per noi ha fatto nei miracoli”, ma più considerazione dal ministero che deve assegnare le risorse necessarie.
“A Piacenza abbiamo avuto due versanti scoperti: quello dei giudici per un’estrema turnazione fisiologica – ha aggiunto -, ma è scoperta in misura drammatica negli uffici giudiziari in particolare la procura che addirittura è arrivata alla serrata per impossibilità di farla funzionare. La buona notizia è che sono stati destinati in graduatoria 7 unità di personale amministrativo dal ministero, 5 per la procura e 2 per il tribunale, bisogna però vedere al 19 febbraio quanti di loro prenderanno possesso”.
“A gennaio 2021 le pendenze del penale sono significativamente scese: da 21mila alle attuali 13mila, un buon risultato anche legato alle esigenze del Pnrr. Con il civile siamo passati da 7.618 a 6.719, l’11% in meno. I magistrati stanno lavorando o meglio cercano di lavorare. Il distretto dell’Emilia-Romagna, nonostante i problemi sta funzionando. La realtà bolognese ed emiliana non emerge sulla stampa per tensioni, scontri e malfunzionamenti. La giustizia ha un’immagine sui giornali abbastanza soddisfacente”.