Roma, 22 gen. (askanews) – Continua a crescere il Network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite. Nel 2023, la rete che rappresenta nel nostro Paese la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo ha superato per la prima volta le 500 realtà ed è composta oggi da 510 aziende. Tra le adesioni dell’anno appena concluso ci sono simboli del Made in Italy come Ferrari e TOD’s, sedi locali di gruppi internazionali come Leroy Merlin Italia e realtà del settore finanziario come Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano.
Negli 2023 sono stati 115 i nuovi aderenti business. Le piccole e medie imprese continuano a rappresentare la maggioranza degli aderenti con il 55% del totale, ma le grandi aziende sono passate lo scorso anno dal 35% al 45%. La partecipazione è dunque sempre più bilanciata, favorendo lo scambio e l’interazione tra realtà di diverse dimensioni, anche in una logica di filiera. Aumenta anche la diversificazione tra i vari settori merceologici che toccano comparti chiave dell’economia italiana e spaziano dall’energia alla moda, fino alla grande distribuzione e le utilities.
“La crescita delle adesioni all’UN Global Compact conferma la consapevolezza sempre crescente del settore privato italiano sul ruolo positivo che può giocare a favore della sostenibilità, ha commentato Marco Frey, Presidente dell’UN Global Compact Network Italia. A dimostrarlo sono anche i numeri che emergono dalla ricerca Global Private Sector Stocktake, realizzata insieme ad Accenture e condotta su 2.800 aziende mondiali, di cui oltre 130 del nostro Paese. Lo studio evidenzia che l’82% delle aziende italiane ha modificato prodotti e servizi per allinearsi ad almeno un SDG: un dato superiore alla media globale, che invece si attesta al 78%. Per colmare il gap che abbiamo nei confronti degli obiettivi dell’Agenda 2030, occorre però che questo cambiamento si diffonda e intensifichi, grazie anche alla collaborazione con gli altri attori chiave (le istituzioni, la finanza, i consumatori)”, ha dichiarato Frey.
“Il 2024 sarà un anno cruciale nel percorso di avvicinamento agli obiettivi tracciati dall’Agenda 2030 e l’impegno della rete italiana dell’UN Global Compact si arricchirà con nuove aree prioritarie di intervento, come la trasformazione digitale”, ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director di UNGCN Italia. “Il Global Risk Report 2024, pubblicato in questi giorni dal World Economic Forum, colloca la disinformazione e la misinformazione al primo posto tra i rischi globali più gravi previsti nei prossimi due anni, anche a causa dei recenti sviluppi nel campo dell’intelligenza artificiale. Lo scorso dicembre, l’Unione Europea ha raggiunto un accordo provvisorio sul regolamento dell’AI e la priorità è garantire che i sistemi di intelligenza artificiale siano sicuri, trasparenti, tracciabili, non discriminatori e rispettosi dell’ambiente. Questi strumenti dovrebbero essere supervisionati da persone, per assicurare che restino sempre e solo un supporto dell’attività umana”, continua Bernacchi, e conclude: “Il nostro Network, coerentemente con altre evidenze emerse dal Report WEF su uno scenario di ampio periodo, mantiene anche nel 2024 un presidio importante sul tema dell’azione climatica da parte delle imprese, con specifico riferimento ad un impegno verso il Net-Zero”, ha concluso Bernacchi.
Le organizzazioni che sono entrate a far parte del Network nel 2023 saranno al centro del tradizionale Welcome Meeting in programma domani, martedì 23 gennaio. Il webinar sarà l’occasione per illustrare gli aspetti rilevanti dell’iniziativa onusiana, approfondire la dimensione locale dell’UN Global Compact e presentare il programma delle attività che sarà implementato nel 2024.
All’incontro sono invitate anche le aziende non ancora aderenti, ma fortemente interessate a valutare un coinvolgimento nell’UN Global Compact.