Roma, 11 gen. (askanews) – Il Giappone non ha ancora mai avuto un primo ministro donna, ma questo momento potrebbe essere vicino: lo scandalo dei fondi illegali del Partito liberaldemocratico al potere sta mettendo a rischio la poltrona di un sempre meno popolare Fumio Kishida mentre, tra le personalità di vaglia della formazione che nel dopoguerra ha quasi ininterrottamente detenuto il potere, una delle poche in auge è l’attuale ministra degli Esteri Yoko Kamikawa.
Nel sistema giapponese è il partito di maggioranza che colloca il proprio leader a capo del governo. Ma ci sono momenti in cui le cose si muovono e le correnti (“habatsu”) cominciano un lavorìo sotterraneo per modificare gli assetti. Tendenzialmente, quando un primo ministro scende nei sondaggi a livelli di consenso inferiori al 30%, suona una campanella d’allarme. E Kishida a metà dicembre era sceso a poco più del 20%.
A vulnerare ulteriormente l’immagine del primo ministro, l’ennesimo scandalo che ha riguardato l’esecutivo nipponico. Decine di membri del partito si sono trovati in una tempesta per non aver dichiarato fondi raccolti durante eventi politici. Sostanzialmente avrebbero semplicemente intascato il denaro. E oggi ci troviamo probabilmente al picco di questo scandalo, con l’arresto domenica di Yoshitaka Ikeda, un esponente del partito che è sospettato di aver messo in tasca 48,2 milioni di yen (oltre 300mila euro) tra il 2017 e il 2022 senza averli denunciati.
In particolare, al centro dello scandalo c’è la fazione che era guidata dall’ex primo ministro Shinzo Abe, ucciso nel luglio 2022 da un uomo infuriato per le supposte relazioni dell’esponente politico con la Chiesa dell’Unificazione, un gruppo religioso che a suo dire avrebbe rovinato finanziariamente la sua famiglia. E anche l’uccisione di Abe ha aperto un’altra crepa nel consenso a Kishida, visto che molti esponenti del partito si sono rivelati collegati alla chiesa fondata dal sudcoreano Reverendo Moon.
“C’è una possibilità che Kishida venga sostituito, anche se non è molto alta, soprattutto per carenza di sfidanti”, ha spiegato ad askanews Ken Endo, professore di politica e legge presso l’Università di Tokyo.
Tra i pochi possibili sfidanti alla guida del Partito liberaldemocratico, ultimamente un nome che sta girando è quello di Yoko Kamikawa, l’attuale ministra degli Esteri, che gode di una certa popolarità, anche dopo che questa settimana è stata in Ucraina per una difficile missione. Lì ha incontrato il presidente Volodymyr Zelensky.
Kamikawa è la prima responsabile donna della politica estera nipponica dopo un ventennio. Si tratta di un ruolo che la mette a contatto con alcuni dei dossier più sfidanti che un politico giapponese si trova ad affrontare: la crescente assertività della Cina con i rischi connessi alla questione di Taiwan, la questione della Corea del Nord, i rapporti con gli Stati uniti.
Il background non le manca. Kamikawa ha 70 anni, è originaria di Shizuoka ed è laureata in legge alla prestigiosa Università di Tokyo, come deve essere ai cavalli di razza della politica nipponica. In più ha anche un dottorato in pubblica amministrazione conseguito presso la John F. Kennedy School of Government dell’Università di Harvard. E’ in politica da circa un quarto di secolo e ha ricoperto diversi incarichi di governo, anche sotto Abe e Yasuo Fukuda.
In particolare, tra il 2020 e il 2022 è stata ministra della Giustizia e, in questa funzione, ha dato il suo via libera a 16 esecuzioni capitali, 13 delle quali nei confronti di ex esponenti della setta millenarista Aum Shinri-kyo, responsabile dei mortali attentati al gas nervino nella metropolitana di Tokyo del 1995. Ma, se questo suo record sull’applicazione della pena di morte può far storcere il naso in Europa, in parte dell’opinione pubblica giapponese potrebbe essere considerato semplicemente un segnale della sua tempra forte.
Kamikawa ha soprattutto il pregio di non essere stata neanche sfiorata dagli scandali e, in particolare, dall’ultimo. Il suo nome è spendibile, quindi, come possibile primo ministro al posto di Kishida. La possibilità che si proceda a un cambio, con Kamikawa in sella c’è, secondo Endo, “anche se la probabilità è più alta per un proseguimento dell’esperienza Kishida”. Inoltre, dal momento che un cambio di sella non nascerebbe da un conflitto interno al Partito liberaldemocratico che cambi gli equilibri di forza, per Endo “un governo Kamikawa non sarebbe molto stabile”.