Milano, 9 gen. (askanews) – Sì alla revisione del processo sulla cosidetta strage di Erba che ha portato alla condanna definitiva all’ergastolo di Rosa Bazzi e Olindo Romano per l’omicidio di 4 persone l’11 dicembre 2006. Lo ha stabilito la corte d’Appello di Brescia accogliendo la richiesta avanzata dall’avvocato Fabio Schembri, difensore della coppia, e del sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser. La prima udienza dedicata all’esame delle nuove prove, riferiscono fonti legali, è stata fissata in calendario per il 1 marzo prossimo.
“Le prove alla base della condanna di Rosa Bazzi e Olindo Romano non provano la loro colpevolezza: sono prove inconsistenti”. Così il sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser, commenta la decisione della corte d’Appello di Brescia di dire sì alla sua richiesta di revisione del processo che ha portato alla condanna definitiva dei coniugi Romano per la strage di Erba. “Professionalmente sono più che soddisfatto – prosegue il magistrato, – mi ritengo un operaio del diritto, un operaio specializzato, e mi limito ad esaminare le carte. Il mio è un ragionamento che si basa esclusivamente sulla valutazione delle prove”.
Il processo che prenderà il via il 1 marzo davanti alla Corte d’Appello di Brescia sarà focalizzato sul carattere di “novità” degli elementi acquisiti dopo la sentenza definitiva della Cassazione. “E’ la corte d’Appello di Brescia che ha il pallino in mano e effettuerà una valutazione di novità delle prove acquisite. Se le prove acquisite saranno ritenute tecnicamente nuove, allora si rifà il processo. Nuove prove che, da sole o unite a quelle già agli atti, dimostrano che il condannato deve essere ritenuto non colpevole”.