Roma, 23 dic. (askanews) – “Nulla può giustificare l’orribile attacco lanciato da Hamas il 7 ottobre o il brutale rapimento di circa 250 ostaggi”, lo scrive in un post su X, il segretario generale Onu Antonio Guterres, tornando a chiedere che tutti gli ostaggi “rimasti” nelle mani di Hamas siano “rilasciati immediatamente e senza condizioni”.
Guterres ha poi commentato la risoluzione del consiglio di sicurezza dell’Onu, adottata ieri, sottolineando che “possa contribuire a migliorare la fornitura degli aiuti tanto necessari, ma un cessate il fuoco umanitario è l’unico modo per iniziare a soddisfare i bisogni disperati della popolazione di Gaza e porre fine al loro incubo in corso”.
Dopo complessi negoziati e molte tensioni, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha infatti votato per chiedere aiuti umanitari “su ampia scala” per Gaza. La risoluzione è passata con 13 voti a favore e due astensioni, di Russia e Stati uniti.
“Dopo molte notti di negoziazioni siamo arrivati alla soluzione giusta”, ha detto l’ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu Linda Thomas Greenfields. La Russia aveva presentato un emendamento chiedendo il cessate il fuoco. Gli Usa hanno posto il veto.
Il testo della risoluzione “chiede a tutte le parti di autorizzare e facilitare la consegna immediata, sicura e senza ostacoli di assistenza umanitaria su larga scala”. Per far questo, serve “l’urgente adozione di misure”. Il Consiglio di sicurezza auspica che l’espansione degli aiuti umanitari contribuisca a creare le condizioni per arrivare ad un cessate il fuoco “duraturo”.
Su X Guterres è anche tornato a difendere la soluzione dei due Stati: “Per quanto difficile possa sembrare oggi, la soluzione dei due Stati – in linea con le risoluzioni delle Nazioni Unite, il diritto internazionale e gli accordi precedenti – è l’unica via verso una pace sostenibile” e “qualsiasi suggerimento contrario nega i diritti umani, la dignità e la speranza al popolo palestinese”, ha sottolineato il segretario generale dell’Onu, dopo le dichiarazioni di alti rappresentanti israeliani che hanno messo in discussione la soluzione dei due Stati.