Washington, 14 dic. (askanews) – Nel corso dell’evento Italian Space Food Project, a Washington (Usa), l’astronauta italiano Walter Villadei, Colonnello dell’Aeronautica Militare che il 10 gennaio 2024 (la sera del 9 negli Usa) volerà sull’ISS con la Axiom Space per la missione commerciale Ax-3 – Voluntas della Difesa italiana, ha illustrato alcuni dettagli degli esperimenti scientifici che condurrà, anche in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), a bordo della Stazione Spaziale Internazionale durante le due settimane di permanenza.
Tra questi il programma ISOC (Italian Space Surveillance and Tracking Operation Center) per il monitoraggio e il tracciamento di detriti spaziali, allo scopo di evitare possibili collisioni ed esperimenti per capire quali sono i processi che innescano malattie come Alzheimer e Parkinson.
“Una delle particolarità di questa missione – ha spiegato Villadei – è che abbiamo portato esperimenti che provengono dall’Aeronautica Militare, provengono dall’Asi e vengono dall’industria, quindi veramente è un’operazione di sistema che dimostra le opportunità che questo commercial space flight può offrire al Paese. Faremo circa 12 esperimenti e faremo altri esperimenti a terra, prima del volo, dopo il volo e continueremo a fare sperimentazione anche una volta rientrati dopo la missione. Quindi, prendendone alcuni da queste tre categorie, direi che, per quanto riguarda l’Aeronautica, facciamo due esperimenti molto importanti; il primo è collegato al fatto che questa nuova Space Economy richiede comunque anche una cornice di sicurezza. Quindi abbiamo un aumento della densità degli oggetti che popolano lo Spazio, dobbiamo conoscere dove voliamo altrimenti voleremo un po’ cechi. Questa capacità è una capacità che gli americani hanno sempre sviluppato e hanno messo a disposizione dei Paesi alleati, l’Europa la sta costruendo e l’Aeronautica Militare, l’Italia insieme ad altre istituzioni come l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Istituto Nnazionale di Astrofisica (Inaf) sta contribuendo a questa capacità europea (l’Areonautica ha un centro operativo a Poggio Renatico) quindi, da bordo io simulerò, usando una piattaforma software, una manovra di collision avoidance, simuleremo un oggetto che sta mettendo a rischio la Stazione, tutto software based e verificheremo come la Stazione può reagire, facendo dei cambi orbitali. A terra oggi è tutto controllato dalla Space Force con la NASA, immaginate quando invece di 400 km saremo a 400.000 km o saremo verso Marte, queste capacità operative sono fondamentali. Quindi è una capacità che l’Aeronautica sta costruendo al servizio del Paese per garantire questa cornice di sicurezza”.
“Faremo anche altri esperimenti medici – ha continuato l’astronauta – per vedere come il fisico dell’astronauta si modifica quando è sottoposto a queste condizioni di accelerazione al decollo e al rientro, quindi l’Aeronautica guarda a questi aspetti nell’ottica di costruire le proprie capacità e incrementare le capacità operative”. .
“Dal punto di vista dell’Asi, porta degli sperimenti molto interessanti che cercano di approfondire alcune dinamiche legate a malattie che con l’aging della società diventano più diffuse come l’Alzheimer e il Parkinson, quindi faremo degli esperimenti studiando i processi di aggregazione di alcune proteine che secondo gli esperti, sono dei processi che generano e innescano queste queste malattie”.
“Dal punto di vista industriale – ha concluso Villadei – abbiamo degli esperimenti interessanti che vengono dall’industria e puntano a mettere insieme competenze da settori differenti. Quindi, per esempio, dal settore fashion e dal settore dell’automotive, cercando di studiare e sviluppare nuovi tessuti. Quindi, porterò in volo due tute sperimentali; una tuta che monitora completamente l’astronauta quando va in volo, basata su tecnologie di tessuti ignifughi, resistenti e antimagnetici, quindi una classe di tute innovative che l’Aeronautica potrebbe utilizzare anche su piloti di futura generazione ma anche tute che consentono di controbilanciare gli effetti della microgravità, facendo un allenamento assistito. Quindi, queste tecnologie chiaramente possono avere un ritorno anche a terra molto utile, soprattutto su una società che, nel tempo, tendenzialmente aumenta come età media, quindi sono tecnologie di estrema utilità e studieremo poi anche tessuti che cercheranno di fornire capacità di protezione dalle radiazioni”.