Roma, 13 dic. (askanews) – “Le scelte del governo Meloni sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina stanno mostrando tutta la loro insensatezza: di fronte a un divieto sostanziale del Mef di ricorrere a nuove risorse, si vuol procede saccheggiando il Fondo Sviluppo e Coesione, distraendo cioè risorse al reale sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno. Se per fare il Ponte bisogna rinunciare ad avere investimenti per il contrasto del dissesto idrogeologico, o per la manutenzione delle reti idriche per lo sviluppo delle ferrovie locali o per le infrastrutture sociali delle aree interne e periferiche di Calabria e Sicilia, avremo un Ponte nel deserto, non sullo Stretto”. Lo dichiarano Piercamillo Falasca, vicesegretario di Più Europa, e Palmira Mancuso, della direzione nazionale di Più Europa.
“E tutto questo avverrebbe dopo che la revisione del Pnrr ha penalizzato soprattutto il Sud, con miliardi di euro di progetti destinati ai comuni bloccati e rinviati anch’essi a un ipotetico finanziamento del Fondo Sviluppo e Coesione, di cui peraltro non si ha ancora traccia, per la contrarietà del Mef. La vicenda del Ponte mostra ancora una volta la totale assenza di visione per il Mezzogiorno da parte del governo Meloni: si procede per slogan e titoli di giornale, come sulla Zes unica o appunto sul Ponte sullo stretto, senza strategia e senza coerenza”, concludono Falasca e Mancuso.