Roma, 11 dic. (askanews) – La politica giapponese è restìa a procedere con l’aumento delle tasse considerato necessario per incrementare le spese per la difesa. Il Nikkei oggi segnala che il governo e la formazione di maggioranza – il Partito liberaldemocratico – sarebbero d’accordo nel rimandare la riforma fiscale, non includendola nella manovra 2024.
L’accordo – secondo il Nikkei – sarebbe di rimandare la riforma al 2025 per poi far partire l’inasprimento dal 2026.
Ma una dilazione delle misure che dovrebbero garantire stabile finanziamento al bilancio della difesa – che ora ammonta a 43mila miliardi di yen (circa 275 miliardi di euro) in cinque anni suscita preoccupazioni sia in Giappone sia tra gli alleati internazionali sulla reale capacità di deterrenza di Tokyo rispetto alla crescente assertività cinese e al pericolo dell’ascesa nucleare nordcoreana.
Il primo ministro Fumio Kishida e il capo della Commissione riforma fiscale del partito, Yoichi Miyazawa, che sta materialmente preparando il piano di riforma, si sono incontrati ieri nella residenza ufficiale del premier (Kantei) per discutere quando introdurre il proposto aumento delle tasse. Hanno elaborato una formulazione dettagliata da includere nel piano di riforma fiscale, che dovrebbe essere completato già alla fine di questa settimana.
Kishida, peraltro, ha recentemente annunciato una concomitante riforma volta a ridurre l’importo delle imposte sul reddito nel 2024. E, d’altronde, il pungente scandalo sulla cattiva gestione dei fondi politici da parte della fazione del partito che era guidata dal defunto ex premier Shinzo Abe suggerisce ai liberaldemocratici di andarci piano con l’idea di aumentare le tasse ai cittadini. Alcuni parlamentari sostengono che ci sono risorse, attingibili dal surplus di bilancio, che ptorebbero essere deviate sul bilancio della difesa.
La riforma fiscale governativa approvata dal Consiglio dei Ministri alla fine del 2022 prevedeva di “garantire poco più di 1.000 miliardi di yen (6,4 miliardi di euro) all’anno introducendo (un aumento delle tasse) in fasi su più anni fino l’anno fiscale 2027”. Oggi però il partito liberalemocratico sostiene di volere che l’aumento venga introdotto entro l’anno fiscale 2026.