Trieste, 7 dic. (askanews) – “Nessun territorio può considerarsi al sicuro e chiamarsi fuori dal pericolo delle infiltrazioni di stampo mafioso, neppure nel Nordest delle piccole e medie imprese”. Lo ha detto Mauro Bordin, presidente del Consiglio regionale, in apertura del convegno sul tema del caporalato organizzato dall’Osservatorio regionale antimafia (Ora) e introdotto dal vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Russo.
“In questi anni – ha aggiunto Bordin, che si trova in missione all’estero e ha quindi inviato un videomessaggio – è emersa la capacità delle organizzazioni criminali di mimetizzarsi all’interno del tessuto economico, approfittando in particolare delle situazioni di crisi come l’emergenza Covid, per prestare aiuto alle realtà produttive in difficoltà e finire per fagocitarle”.
Un fenomeno, quello dell’illegale nascosto dietro l’apparenza della legalità – ha osservato ancora il massimo rappresentante dell’Assemblea legislativa – che riguarda anche il caporalato: “I rapporti sulle cosiddette agromafie segnalano – ha ricordato Bordin – il preoccupante aumento delle pseudo-imprese, delle false cooperative o delle srl intestate a prestanomi, organizzazioni messe in piedi tramite l’intermediazione illecita di manodopera”. Il presidente ha citato i dati nazionali dell’Osservatorio Placido Rizzotto che parlano di 230mila lavoratori irregolari nei campi, tra i quali 55mila donne, “equivalenti a un quarto dell’intera forza-lavoro nel settore agricolo. Un’economia sommersa che vale più di 150 miliardi di euro l’anno”.
Bordin ha legato il fenomeno del caporalato anche “alla forte incidenza di manodopera non italiana” che subisce situazioni di sfruttamento. “Se allarghiamo lo sguardo ai tanti extracomunitari privi di permesso di soggiorno – ha aggiunto il presidente dell’Aula – già sappiamo che la loro condizione di clandestinità li rende facili prede del caporalato. E questi lavoratori-fantasma – ha concluso – rischiano di alimentare i guadagni della criminalità organizzata, in un intreccio di irregolarità davvero difficile da sciogliere”.
Dal presidente del Consiglio regionale è giunto anche un segnale di convinto apprezzamento per il lavoro svolto dall’Osservatorio: “È davvero motivo di orgoglio per la nostra regione poter disporre di questo strumento di indagine e riflessione sul fenomeno della criminalità organizzata”.