Firenze, 5 dic. (askanews) – Nella scorsa notte, alla casa del Popolo di San Bartolo a Cintoia – popoloso quartiere rimasto, nella Toscana dell’onda prima leghista e poi sovranista, fortino rosso – l’assemblea cittadina del Partito democratico ha scelto a larghissima maggioranza (137 sì, 24 no e 8 astenuti) l’assessore al Welfare di Firenze Sara Funaro come candidata sindaco in vista delle elezioni comunali dell’anno prossimo. Scelta senza primarie perchè l’assemblea ha approvato una mozione che le esclude nonostante, fino alla vigilia del voto, l’ex assessora all’urbanistica della giunta di Dario Nardella, Cecilia Del Re, si sia spesa per celebrarle perchè “i personalismi sono di chi vuole decidere da solo e dall’alto”.
Comunque a sostenere Funaro ci sarà un’ampia coalizione che va da Sinistra italiana ai Verdi, a +Europa, ai Socialisti, alla stessa Azione che oggi, con il leader Carlo Calenda, plaude alla scelta come di “persona seria e competente”. Di tutt’altro parere l’ex co-pilota del Terzo Polo Matteo Renzi secondo il quale “a Firenze il Pd rinnega le primarie. E sceglie la candidatura alleandosi con la sinistra radicale: sarà interessante leggere il programma sull’aeroporto, sullo stadio, sui servizi pubblici”. E rilancia dando appuntamento a sabato, al complesso delle Murate, quando “racconteremo con @StefiSaccardi perché noi la pensiamo in un altro modo. Ma proprio in un altro modo”. La “sfida fantastica” che Renzi ed i suoi intendono lanciare per la corsa a sindaco di Firenze è quella di individuare un candidato proprio – la stessa Saccardi, ex assessora Dem alla Sanità e attuale vice presidente della Regione Toscana? O addirittura, come alcune voci sussurrano, il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini? – ma è presto per dire come andrà e molte cose, confidano nella stessa Italia Viva, si potranno capire, anche nel Pd, a gennaio.
Certo, che i rapporti tra il Pd (anche) fiorentino e Italia Viva siano ai minimi storici non è cosa di oggi e pare che dalla segreteria nazionale Dem il via libera alla candidatura di Funaro sia stato accompagnato dalla convinzione di tenere comunque Renzi fuori dalla coalizione. Lui, come suo solito, ha attaccato: “Questi che al Comune di Firenze dicono che noi non contiamo nulla, vedrete che il 9 giugno saranno un po meno baldanzosi e con un po meno spocchia”, ha detto Renzi pochi giorni fa facendo balenare l’idea che il centrosinistra non porti il sindaco a casa al primo turno.
Dall’altra parte il centrodestra potrebbe per la prima volta voler fare sul serio a Firenze – dopo tante tornate elettorali con candidati presentabili ma senza alcuna chance reale di vittoria, quando ai cronisti, off the records, si raccontava come, alla fine, la partita non interessasse più di tanto – con un candidato che piace non solo a destra: il direttore degli Uffizi Eike Schmidt. Il quale, oggi, in una intervista a Repubblica ha spiegato: “Di destra io? Queste categorie appartengono al ‘900. Io mi vedo più come un centrista aristotelico che come un rappresentante della destra. Sono un democratico e antifascista. Su questo non arretro, anche se decidessi di candidarmi a sindaco”. Ca va san dir.