Roma, 27 nov. (askanews) – Si intitola “Gianni Versace. L’imperatore dei sogni”, la docufiction di Mimmo Calopresti presentata in anteprima al 41esimo Torino Film Festival che arriverà nei cinema a fine gennaio. Un racconto della vita, del genio, dell’universo creato dallo stilista, partendo da quella Reggio Calabria dove Versace iniziò a seguire le orme della mamma sarta.
“Mi piaceva quest’idea di capire come quello che per me è un genio è riuscito a partire da lì, da queste vie di Reggio Calabria, a inventarsi una modo, è andato a sfondare in tutto il mondo.
Ha trasformato i suoi abiti, i suoi vestiti, le sue sfilate, le sue scelte di vita in un’opera d’arte”. Nella parte di fiction lo stilista, da giovane, è interpretato da Leonardo Maltese. I tanti materiali d’archivio, interviste allo stesso Versace, ad amici di infanzia, a modelle come Carla Bruni aiutano a ricostruire l’ascesa del grande creatore, che a 25 anni dalla sua morte è ancora amatissimo.
“Secondo me rimane un’icona perché è stato un rivoluzionario, nel senso che ha rivoluzionato in continuazione le cose che faceva una rivoluzione diventava di tutti. E questa cosa di essere all’avanguardia e diventare molto popolare è solo di pochi”. E a proposito delle polemiche sull’esclusione del documentario dall’ultima Festa di Roma e a presunti dissidi con la famiglia Versace Calopresti risponde: “Questa cosa del ricordo del fratello li mette forse in imbarazzo. E’ come se ci fosse una distanza tra loro e il racconto di questo fratello. Probabilmente dopo 25 anni continua ad essere il fulcro di quella famiglia, il centro”.