Urologia, Antonio Cisternino: migliorare la vita dei pazienti – askanews.it

Urologia, Antonio Cisternino: migliorare la vita dei pazienti

Dal primo impianto neuro-modulazione sacrale a “neo-vescica”
Nov 24, 2023
Roma, 24 nov. (askanews) – Il professor Antonio Cisternino, esperto di chirurgia

urologica non solo oncologica ma anche ricostruttiva e robotica, ha basato

la sua carriera di Medico su una profonda personale passione e

dedizione all’Urologia. Dopo la specializzazione presso

l’Università degli studi di Padova, si è poi dedicato in

particolar modo al mondo della chirurgia ricostruttiva urologica,

dapprima per molti anni nei bambini, poi definitivamente

nell’adulto: da quel momento la sua carriera ha preso una svolta

straordinaria. Il suo focus? Migliorare la vita dei suoi

pazienti. Dopo un periodo a Londra per affinare ulteriormente le

sue competenze, si è appassionato alle tecniche ricostruttive

dell’apparato genito-urinario. Da li ha iniziato a lavorare su

tecnologie diagnostiche emergenti, affinando l’uso applicato

della cistomanometria continua ovvero una registrazione holter

dell’attività della vescica per lo studio più approfondito, dei

disturbi funzionali del basso apparato urinario per arrivare poi

successivamente all’impianto di neurostimolatori sacrali per il

trattamento dei disturbi sensitivi e motori dell’apparato

urinario inferiore. Il suo impegno in questo campo lo ha portato

ad essere il primo chirurgo in Italia ad eseguire con successo un

impianto di neuro-stimolatore sacrale il 14 aprile del 1995,

presso l’Istituto di Urologia dell’Università di Padova. Una

carriera dedicata al benessere dei suoi pazienti, anche perché

Cisternino ha contribuito con la propria esperienza clinica, a

migliorarne l’uso e a sviluppare innovative competenze

nell’impianto chirurgico degli sfinteri artificiali per

l’incontinenza urinaria. “Queste innovazioni hanno contribuito

fortemente a migliorare la qualità di vita dei nostri pazienti

affetti da problemi urologici complessi. Il maggior numero di

passi avanti, però, sono stati fatti in materia di ricostruzione

della vescica argomento centrale della Scuola urologica Padovana

da cui proviene: l’idea rivoluzionaria iniziale della Scuola era

quella di sostituire la vescica malata con una nuova, posizionata

nel sito dell’originale, evitando così l’uso di sacche urinarie

esterne” spiega Cisternino. Questa tecnica, che prevede la

ricostruzione e l’impianto di una nuova vera vescica con funzioni

urinarie cosiddetta “neo vescica”. Dal 1996 il Prof Cisternino

esegue tale tecnica avendone poi apportato ad essa molte

modificazioni nella sua tecnica originaria e popolarizzandone

l’uso. Il passo poi originale del Prof Cisternino rappresenta una

vera svolta nella qualità di vita delle pazienti di sesso

femminile affette da tumore della vescica, bisognose

dell’asportazione della vescica stessa. “Si parla di ricostruire

la neo-vescica, ma preservando al contempo tutto l’apparato

genitale femminile ovvero utero, ovaie ed integralmente la vagina

in modo che la donna potesse continuare ad avere con regolare

funzione tutto il suo apparato genitale, non precludendo

eventuali future gravidanze” spiega. Il successo più grande per

il professor Cisternino è sicuramente quello di aver avuto il

coraggio nel promuove e lavorare per la preservazione

dell’apparato genitale femminile durante la rimozione della

vescica. “È un approccio innovativo, che permette alle donne di

mantenere una vita sessuale e riproduttiva regolari. Siamo

riusciti a dar loro una prospettiva completamente nuova, non di

privazione e “mutilazione”, ma di cura e rinascita” racconta il

professore. Grandi competenze mediche però, secondo il professor

Cisternino, devono essere sempre accompagnate da un forte impegno

e solidarietà umana nei confronti di Tutti i Pazienti “Bisogna

interessarsi al benessere emotivo dei Pazienti. Questa attenzione

all’aspetto umano della medicina è ciò che distingue in davvero

il nostro lavoro: i pazienti sono persone, con emozioni, ragione

e sentimenti. Le competenze devono sempre essere unirsi ad una

carezza da fare al paziente che ha bisogno non solo di un camice

di competenza ma anche di trovare una persona solidale”.