Roma, 21 nov. (askanews) – Promuovere l’accessibilità digitale non solo come motore di inclusione ma come diritto umano inalienabile, sostenuta da un contesto normativo chiaro e coerente che porti al pieno recepimento dell’European Accessibility Act che prevede entro il 2025 la totale accessibilità per tutti i prodotti e i servizi digitali. Questa la mission del “Manifesto per la piena accessibilità digitale”, iniziativa lanciata dalla Federazione italiana per il superamento dell’handicap (FISH) in occasione del workshop organizzato da AccessiWay dal titolo “2025 Accessibilità e cittadinanza. Il digitale nelle organizzazioni, ecosistemi e processi inclusivi”. Un’occasione di confronto che ha visto anche la proposta del vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera Luciano Ciocchetti di creare un intergruppo parlamentare per l’accessibilità digitale in cui AccessiWay, forte della sua esperienza nel supportare aziende e istituzioni nel percorso di accessibilità, potrebbe svolgere un ruolo di supporto tecnico-scientifico.
Che si tratti di un problema reale lo dimostra il fatto che oggi circa il 90% dei siti internet non è adeguato alle tecnologie assistive, con il risultato di escludere dall’accesso al web circa 1 miliardo di persone nel mondo e oltre 13 milioni di italiani.
“L’accessibilità digitale è ancora un tema molto poco noto – dichiara ad askanews Edoardo Arnello, Ceo di AccessiWay – ma riguarda oltre il 20% della popolazione, quasi un miliardo di persone nel mondo ha bisogni specifici ai fini dell’accessibilità. Per questo sono state disegnate leggi sia a livello internazionale che nazionale che impongono piena accessibilità digitale a chiunque, che significa permettere alle persone con disabilità di utilizzare qualunque tipo di strumento digitale. Queste normative e tutto quello che bisogna fare per raggiungere questo obiettivo è ancora molto poco noto al pubblico e quindi con l’evento di oggi cerchiamo di fare chiarezza su cosa c’è da fare e come affrontare la questione per arrivare in tempo alla data chiave che è il giugno 2025 in cui tutti quanti dovranno essere accessibili”.
Una sfida complessa con scadenze stringenti. A che punto è l’Italia?
“La situazione attuale – dichiara ad askanews Mario Nobile, direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale – ha luci e ombre perché ci sono molte iniziative per rendere accessibili i servizi digitali, una di queste è finanziata dal Pnrr con 80 milioni di euro e riguarda 55 amministrazioni locali, Regioni proprio per diffondere questo tipo di cultura. E parlo di cultura perché non si tratta di un adempimento. L’accessibilità riguarda le disabilità permanenti ma anche quelle temporanee o quelle situazionali: ognuno di noi in determinati momenti, avendo un piccolo incidente può avere una disabilità temporanea. Fare una app o un servizio digitale accessibile significa non soltanto includere le persone ma migliorare il proprio business, dare ai clienti un servizio migliore. C’è una complessità tecnica ma devo dire che nel percorso di luci e ombre vediamo più luci che ombre, c’è sicuramente l’interesse, il coinvolgimento da parte dei diversi soggetti che stanno già operando per raggiungere la scadenza”.