Bruxelles, 14 nov. (askanews) – I negoziatori del Parlamento europeo, della presidenza di turno spagnola del Consiglio Ue e della Commissione europea hanno raggiunto lunedì sera un accordo politico sul regolamento sulle materie prime critiche (“Critical Raw Materials Act”). Il regolamento contiene una serie di misure per garantire l’accesso dell’Ue a un approvvigionamento sicuro, diversificato, sostenibile e con prezzi ragionevoli di materie prime critiche, che è essenziale per la competitività dell’economia europea, in particolare per le industrie verdi e digitali, nonché per la difesa e il settore aerospaziale.
L’accordo informale dovrà ora essere approvato sia dal Parlamento europeo che dal Consiglio Ue per diventare legge. La decisione del Parlamento europeo sarà messa ai voti nella riunione della commissione Industria, ricerca ed energia il 7 dicembre.
L’accordo politico mantiene gli obiettivi generali della proposta originaria presentata dalla Commissione il 16 marzo scorso, ma ne rafforza diversi elementi: include l’alluminio nell’elenco dei materiali strategici critici, rafforza gli obiettivi del loro riciclaggio, chiarisce e semplifica le procedure di autorizzazione per i progetti strategici e richiede alle aziende interessate di eseguire una valutazione del rischio della catena di approvvigionamento per le materie prime strategiche.
Come nella proposta della Commissione, l’accordo provvisorio mantiene i due elenchi di materie prime classificate come “critiche” (34 in totale) e di materie prime critiche definite anche “strategiche”. L’accordo ha aggiunto in quest’ultima lista l’alluminio, che non era presente nella proposta originaria, così che le materie prime strategiche diventano 17 (rispetto alle 16 proposte inizialmente). Il testo concordato definisce poi “strategica” anche la grafite sintetica (oltre alla grafite naturale già presente nell’elenco), per un periodo di tre anni, fino a quando la Commissione non effettuerà la prima revisione della lista.
I parametri concordati specificano che l’Ue dovrà avere la capacità di estrarre il 10%, trasformare il 40% e riciclare il 25% (nella proposta originaria era il 15%) del suo consumo annuo di materie prime strategiche entro il 2030. L’Ue dovrà inoltre diversificare le proprie importazioni di materie prime strategiche, in modo da non fare affidamento su un’unica fonte di approvvigionamento per più del 65% del suo consumo.
Per raggiungere questi obiettivi, il regolamento prevede una procedura di autorizzazione rapida e semplificata per i progetti di estrazione strategici, che dovranno essere gestiti da un unico “punto di contatto” nazionale.
Verranno unificati anche i tempi delle procedure di autorizzazione. La durata totale del processo di concessione delle autorizzazioni non dovrà superare i 27 mesi per i progetti di estrazione e i 15 mesi per i progetti di trasformazione e riciclaggio. Mentre la prima fase della valutazione di impatto ambientale (la produzione della relazione, che deve essere condotta dal promotore del progetto) non sarà inclusa nel calendario per l’approvazione del progetto, la consultazione pubblica necessaria per la valutazione di impatto ambientale sarà parte della durata totale del processo di autorizzazione.
L’accordo prevede, infine, che 18 mesi dopo l’entrata in vigore del regolamento, la Commissione presenti una relazione sul consumo stimato di ciascuna materia prima critica per i prossimi tre decenni.
Come ricorda una nota del Parlamento europeo, garantire l’approvvigionamento delle materie prime critiche è fondamentale per la resilienza economica, la leadership tecnologica e l’autonomia strategica dell’Unione europea. A seguito della guerra russa contro l’Ucraina e della politica commerciale e industriale cinese che diventa sempre più aggressiva, anche il cobalto, il litio e altre materie prime sono diventati un fattore geopolitico.
Le materie prime critiche sono fondamentali per le transizioni verde e digitale. Auto elettriche, pannelli solari e smartphone contengono tutti materie prime critiche, in cui l’Ue è spesso fortemente dipendente da paesi terzi. E con lo spostamento globale verso le energie rinnovabili e la digitalizzazione delle economie e delle società, la domanda di materie prime strategiche è destinata ad aumentare rapidamente nei prossimi decenni.