Roma, 13 nov. (askanews) – La proposta di Regolamento europeo sugli imballaggi, nella sua attuale formulazione, avrà effetti negativi sulle filiere produttive, sulle abitudini dei consumatori e, soprattutto, pesanti ricadute occupazionali, in particolare sul comparto agroalimentare. Ed è una proposta che ignora l’importanza della filiera del riciclaggio dei rifiuti, settore nel quale l’Italia è leader in Europa. Lo sottolineano Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil in un documento unitario che il sindacato europeo (Effat) ha portato, oggi, all’attenzione del Dialogo sociale dell’industria alimentare, organismo UE dove si incontrano periodicamente i rappresentanti della Commissione e delle parti sociali europee.
Nel documento, Fai-Flai-Uila sottolineano, in particolare, come “la proposta della Commissione non osservi le regole che la stessa Unione europea si è data con l’agenda “Legiferare meglio” (betterregulation), la quale prescrive che le azioni dell’UE siano fondate su un’analisi completa e approfondita dei bisogni”. Al contrario, prosegue il documento “i documenti di accompagnamento della proposta, presentati dalla Commissione, sebbene eccezionalmente corposi, sono totalmente evasivi per quanto riguarda l’analisi dell’impatto economico e sociale sul comparto industriale e sugli addetti”.
“Ci auguriamo, infine – dichiarano i responsabili del coordinamento internazionale di Fai-Flai-Uila Alberto Kulberg Taub, Andrea Coinu e Fabrizio De Pascale – che in futuro la Commissione rispetti anche un altro principio fondamentale che l’Unione europea si è data e che è quello di coinvolgere i cittadini, le associazioni datoriali e i sindacati dei lavoratori in ogni fase del processo decisionale”.