Liguria, Toti: la sinistra oggi tutela diritti delle elite – askanews.it

Liguria, Toti: la sinistra oggi tutela diritti delle elite

Pochi e spocchiosi
Nov 12, 2023

Roma, 12 nov. (askanews) – “Una volta la sinistra proponeva le élite come avanguardia del proletariato, oggi quelle élite sono sempre una passo avanti, ma per chiudere le porte: che le masse non entrino. La nuova sinistra tutela sì i diritti, ma quelli di pochi. E, se mi consentite, quei pochi anche un po’ spocchiosi”, LO scrive il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti sulla sua pagina Facebook.

“C’è una “sinistra” coerenza – afferma -che lega fatti e opinioni di queste ore. La manifestazione contro il rigassificatore di Savona, le polemiche contro il pesto sul Tamigi, le spocchiose parole di Maggiani sul Secolo XIX contro i croceristi e i turisti in generale. C’è un filo rosso che lega fatti tanto diversi, che lega la piazza di Savona a quella della Schlein a Roma. È la nuova religione neopagana della sinistra, che ribalta decenni di dottrina e di teorie. Dal “mondo è di tutti” al “mondo è per pochi”. Dalla difesa del popolo alla difesa delle élite. Che importa quanto costa la bolletta del gas, tanto le élite possono permettersela. E se il popolo non può, consumi di meno. L’importante è ritrovarsi in qualche salotto “green”. E che importa se qualche impresa chiude per i costi della energia, non saranno i figli dell’élite e dei tesserati di partito a restare senza lavoro. Lo stesso vale per i turisti e i croceristi, che hanno l’ardire di occupare i marciapiedi e i tavoli dei bar dove le élite devono ritrovarsi in santa pace a profetizzare un mondo migliore. Possibile che per parlare coi “compagni” si debba fare lo slalom tra individui in vesti sgargianti che seguono una bandierina alzata in via Garibaldi? E che importa se comprano, consumano, mangiano, dormono… i nostri figli non faranno mai i cuochi, i camerieri, i portieri d’albergo. Sono i figli della élite. E poi che schifo il pesto sul Tamigi, il pesto simbolo della Liguria. Come dire che contadini, coltivatori, l’artigianato alimentare, i ristoranti e gli alberghi siano i simboli della nostra terra. E perché vogliamo attirare gente a visitare la nostra regione, bifolchi che non hanno letto un “milione di libri” e non apprezzeranno mai la storia della Repubblica marinara, la commistione tra fiammingo e mediterraneo, neppure se la vedono. Perché chi ama il pesto non ha il giusto DNA per l’arte, al massimo apprezza la trattoria, ma quella per turisti, non per veri intellettuali”