Tokyo, 7 nov. (askanews) – Una forza di interposizione, sotto l’egida dell’Onu, a Gaza. E’ questa l’ipotesi a cui i paesi membri del G7 stanno lavorando, per la fase post guerra nella Striscia di Gaza. “Ne abbiamo parlato e continueremo a discuterne”, ha confermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine della cena con i suoi omologhi del Gruppo a Tokyo, in Giappone. Certo, il risultato più immediato da raggiungere è “una de-escalation” nel più breve tempo possibile. Per poi arrivare alla soluzione dei due Stati. Ma nel frattempo bisognerà consolidare una “fase di transizione” e il compito potrebbe essere affidato ai peacekeepers delle Nazioni Unite, sul modello di quanto avvenuto già in Libano con il contingente di Unifil. Qualunque sia la soluzione, l’obiettivo finale è comunque “la pace”, ha sottolineato Tajani.
I colloqui di oggi, tutti dedicati alla crisi mediorientale, sono stati “aperti e franchi”, ha riferito una fonte diplomatica. Dal segretario di Stato americano Antony Blinken e dalla presidente di turno Yoko Kamikawa sono giunti convinti inviti alla compattezza nella condanna ad Hamas e negli aiuti ai palestinesi. Più volte e con fermezza, secondo le fonti, è stato ribadito il diritto di Israele a difendersi, sempre però nel rispetto delle leggi di guerra e del diritto internazionale. E l’Autorità palestinese può continuare ad essere un interlocutore, ha evidenziato da parte sua Tajani, confermando l’unità del Gruppo riguardo alla necessità di “combattere Hamas e aiutare il popolo palestinese”. Quest’ultimo “nulla ha a che vedere con Hamas” e, anzi, “è utilizzato come scudo umano” dal movimento estremista della Striscia.
Unanime il consenso del G7 anche sulla necessità di reperire aiuti umanitari a Gaza nel più breve temnpo possibile. L’Italia è pronta ad allestire un ospedale da campo. “Abbiamo inviato aiuti e siamo pronti a curare feriti, naturalmente non terroristi, nei nostri ospedali”, ha ricordato il titolare della Farnesina, ribadendo che il Governo italiano ritiene “un’ipotesi ragionevole” quella di attuare “pause militari per consentire la consegna di aiuti e permettere alla popolazione civile di uscire dalle aree di conflitto”. “Certamente ci vuole tempo, ma noi siamo per far sì che il popolo palestinese sia fuori da questa guerra e naturalmente Hamas sia fuori dalla Palestina”.
L’attesa ora è per i lavori di domani, quando in agenda c’è una discusione sul conflitto in Ucraina. Alla vigilia dei colloqui, tutti i ministri hanno tenuto a precisare che la nuova guerra a Gaza non distoglierà l’attenzione dal sostegno pieno e totale a Kiev. Lo scontro militare tra l’Ucraina e la Russia, assieme alla crisi tra Israele e Hamas, la stabilità, il fronte sud, l’area del Mediterraneo, saranno i temi principali della presidenza italiana del G7. Domani Tajani raccoglierà il testimone dalla sua omologa Yoko Kanizawa. “Dobbiamo lavorare tutti insieme per la pace e per difendere anche la democrazia contro le dittature e le autocrazie. Questo è il lavoro che noi dobbiamo fare e credo che l’Italia saprà farlo molto bene”, ha commentato Tajani. (Di Corrado Accaputo).