Milano, 5 nov. (askanews) – La Riserva di Chianti Classico Docg Gherardino 2018 di Vignamaggio è la prima a riportare il marchio biologico in etichetta. Dedicato a Gherardino Gherardini, il capostipite della casata che edificò Vignamaggio nel XIV secolo, questo vino è prodotto con il 90% di uve Sangiovese delle microzone Solatìo, Vitigliano e Querceto, e con il 10% di Merlot della microzona Prato, tutte comprese tra i comuni di Greve e Panzano in Chianti (Firenze), ad un altezza tra i 275 e i 450 metri slm.
Sette secoli di storia documentata fanno di Vignamaggio, che sorge esattamente a metà strada tra Firenze e Siena, una delle più antiche aziende agricole d’Italia. Una pergamena del 1404 è la testimonianza che la produzione di vino ha attraversato le epoche e le proprietà: dalla famiglia Gherardini a quella rinascimentale dei Gherardi, dal conte Bino Sanminiatelli all’avvocato Gianni Nunziante, fino al proprietario attuale, il noto architetto paesaggista francese Patrice Taravella. Sotto la sua guida, Vignamaggio ha intrapreso l’ampliamento dei giardini storici, il rinnovo degli edifici e l’estensione delle attività agricole con l’obiettivo di trasformare la Tenuta nel “Gran Giardino del Chianti Classico”.
Vignamaggio, tra le aziende fondatrici nel 1924 del Consorzio Chianti Classico, il primo in Italia, conta oggi 65 ettari vitati sui 400 complessivi, grazie ai quali produce circa 220mila bottiglie all’anno, divise in undici referenze, il 60% delle quali viene esportata.
L’annata 2018 che ha dato vita a questa Riserva tirata in 50mila bottiglie, “è stata caratterizzata da un inverno tipico chiantigiano, arrivato a 10 gradi sotto lo zero, ben diverso da quello mite degli ultimi anni” spiega l’agronomo della Cantina, Francesco Naldi, aggiungendo che “le piogge hanno attraversato la primavera e l’inizio dell’estate ma tuttavia sono cessate ad agosto, e settembre ha visto un susseguirsi di giornate soleggiate con una grande escursione termica fra giorno e notte, che ha consentito di portare ad una corretta maturazione fenolica e aromatica le uve”. Per questo “Gherardino” il Sangiovese affina in botti di rovere da 15 a 20 ettolitri, mentre il Merlot riposa in barrique, e dopo circa 18 mesi vengono assemblati e l’ultima parte dell’affinamento avviene sul taglio fatto. Il millesimo 2018 è stato imbottigliato a inizio del 2022, e affina fino all’immissione in commercio.