Roma, 3 nov. (askanews) – Alla Bce “non possiamo escludere ulteriori aumenti (al plurale-ndrt) sui tassi di interesse”. Lo ha affermato Isabel Schnabel, componente del comitato esecutivo dell’istituzione, generalmente ritenuta tra i sostenitori di una linea più intransigente di politica monetaria, durante il suo intervento ieri a tarda serata a un convegno che si è svolto ieri a Saint Louis, organizzato dalla filiale della Federal Reserve in Missouri.
Schnabel sembra voler tenere sotto pressione i mercati sul mantenimento di un atteggiamento aggressivo antinflazionistico, ma la sua potrebbe ora essere diventata una posizione minoritaria dopo che, invece, nei mesi passati ha prevalso proprio questo tipo di approccio, portando a 10 rialzi consecutivi dei tassi di interesse.
All’ultima riunione del direttorio Bce, la scorsa settimana, con l’area euro che si avvicina insidiosamente alla recessione e l’inflazione che continua a calmierarsi, l’istituzione ha finalmente deciso di interrompere la manovra di rialzo dei tassi. E molti analisti stimano che abbia raggiunto il picco.
Secondo Schnabel, tuttavia, lo sforzo disinflazionistico potrebbe non essere finito e ha usato l’immagine dell’ultimo miglio in una corsa sulla lunga distanza, avvertendo che la fase finale del processo di riduzione della crescita dei prezzi potrebbe risultare più complicato di quella iniziale.
“Mentre c’è voluto un anno per far calare l’inflazione dal 10,6% al 2,9%, secondo le nostre stime – ha detto – ci vorrà circa il doppio per riportarla al 2%”, che è l’obiettivo della Bce. “La disinflazione sembra davvero una corsa sulla lunga distanza. La parte più difficili inizia quando il corridore arriva all’ultimo miglio. Mentre la prima parte della corsa può essere sembrata facile – asserisce Schnabel – l’ultimo miglio richiede perseveranza e attenzione e vigilanza (un termine che in passato alla Bce veniva associato ai rialzi dei tassi-ndrt). Lo stesso vale per la lotta all’inflazione”.
L’economista tedesca cita una molteplicità di fattori a sostegno di questa tesi, tra i quali il venir meno dell’effetto paragone statistico con gli alti livelli dei prezzi di un anno fa che in questa fase sta favorendo meccanicamente un netto calmieramento del carovita ma che con il procedere del tempo dovrebbe svanire.
Secondo Schnabel “serve perseveranza per evitare di cantare vittoria troppo presto. Con la nostra linea monetaria attuale ci aspettiamo il ritorno dell’inflazione all’obiettivo per il 2025. Il progresso che abbiamo visto finora è incoraggiante e in linea con le nostre previsioni. Per questo la scorsa settimana abbiamo deciso di lasciare i tassi di interessi invariati. Tuttavia il processo disinflazionistico sull’ultimo miglio potrebbe essere più incerto, lento e difficile. Per questo serve una continua vigilanza – ha ripetuto -. Dopo un lungo periodo di alta inflazione le aspettative sono fragili e nuovi shock potrebbero destabilizzarle, minacciando la stabilità sul medio termine. Questo – ha concluso – significa anche che non possiamo escludere ulteriori aumenti i tassi di interesse”.