Milano, 31 ott. (askanews) – “Ritengo incomprensibile l’atteggiamento dei produttori australiani che si ostinano ad opporsi al riconoscimento della nostra IG, nonostante gran parte dei Paesi importatori abbiano già protetto la nostra denominazione, non ultimi Nuova Zelanda e Cina, due dei più importanti mercati per il vino australiano”. Così il presidente del Consorzio di tutela della Doc Prosecco, Stefano Zanette, ha commentato il mancato accordo di libero scambio tra Ue e Australia. Accordo saltato, secondo Zanette, “per le pretese australiane di accesso al mercato europeo”.
La trattativa, iniziata nel 2018, si sarebbe arenata il 29 novembre dopo i colloqui tenutisi a Osaka, in Giappone, a margine del vertice dei ministri del commercio del G7. Una dichiarazione rilasciata il giorno successivo da un portavoce della Commissione europea a Politico, aveva precisato che l’Australia aveva reiterato delle richieste che non tenevano conto dei recenti negoziati e dei colloqui tra alti funzionari.
Opposta la versione fornita dal ministro dell’Agricoltura australiano, Murray Watt, che all’emittente pubblica Abc Radio di Sidney ha accusato l’Europa di non aver aumentato a sufficienza le quote su carne bovina, pecora, latticini e zucchero, rendendo così l’accordo poco interessante per il suo Paese. Secondo diversi commentatori, i gruppi agricoli australiani avrebbero fatto pressioni sul governo affinché non firmasse un accordo ritenuto svantaggioso rispetto a quello siglato dai concorrenti di Nuova Zelanda, Canada e Sud America, che hanno un maggiore accesso ai mercati dell’Unione europea.