Roma, 27 ott. (askanews) – “Ho fortemente sostenuto la legge sull’oblio oncologico per garantire diritti e parità di trattamento alle persone che escono dalla malattia neoplastica. Purtroppo chi guarisce dal cancro si trova ancora di fronte ad alti steccati che ostacolano il ritorno alla normalità. Succede nella ricerca del lavoro, nelle adozioni, nella sottoscrizione di un mutuo o di un’assicurazione: tutte circostanze nelle quali l’aver avuto un tumore pesa come uno stigma incancellabile. Porre fine a queste discriminazioni è, appunto, una ‘battaglia di civiltà'”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci nel videomessaggio inviato al convegno “Oblio oncologico: una battaglia di civiltà – Verso la legge che tutela le persone guarite da malattie oncologiche”, organizzato dal Cnel in collaborazione con l’Associazione “Le 12 Querce – Centro studi Tony e Andrea Augello”.
“Insieme al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e con tutto il governo, – ha proseguito Schillaci – abbiamo seguito con grande attenzione l’iter della legge, assicurando il supporto necessario per procedere speditamente. Considero un grande traguardo sul piano umano e sociale la convergenza di tutte le forze politiche su questa legge”.
“Grazie allo sviluppo della diagnostica, agli screening, alle migliori capacità di cura, – ha detto il ministro della Salute – abbiamo un numero sempre maggiore di persone che sopravvivono dopo una diagnosi di tumore. Nel 2020 sono stati stimati in oltre 3 milioni e seicentomila i pazienti viventi dopo la diagnosi di malattia oncologica. Si tratta di circa il 37% in più di quanto si osservava 10 anni prima. E il 27% di queste persone è considerato ‘guarito’, ovvero la sua aspettativa di vita è pressoché uguale a quella di chi non si è mai ammalato. Eppure, alla guarigione dal punto di vista medico non corrisponde ancora una guarigione giuridica e sociale. I progressi della medicina ci chiamano a un cambiamento culturale, sociale e ad un avanzamento di civiltà. E una volta di più, dobbiamo essere grati alle associazioni per aver dato voce a un’istanza le cui ragioni sono così importanti ed evidenti. Un impegno che le istituzioni e la politica hanno fatto proprio e ora finalmente si riconosce il diritto all’oblio oncologico anche in Italia”.
“Del resto, il pieno reinserimento sociale è cruciale nel percorso del paziente oncologico e anche il reinserimento lavorativo è tra gli obiettivi del Piano Oncologico Nazionale 2023-2027 con cui puntiamo a rafforzare la prevenzione, le reti oncologiche regionali, l’empowerment dei pazienti, la ricerca. Perché la lotta contro il cancro – ha concluso Schillaci – è una priorità assoluta per il ministero della Salute. E soprattutto richiede il contributo di tutti”.
Aprendo il convegno il presidente del Cnel Renato Brunetta ha ricordato che è stato il Cnel a presentare il 21 marzo scorso la proposta di legge sull’oblio oncologico, approvata dalla Camera all’unanimità il 3 agosto e che Brunetta auspica venga approvata definitivamente entro l’anno.