Migranti, mons. Perego (Migrantes): servono canali legali ingresso – askanews.it

Migranti, mons. Perego (Migrantes): servono canali legali ingresso

In Italia mancano corridoi umanitari. Uscire da logica emergenza
Ott 25, 2023

Bologna, 25 ott. (askanews) – “Libertà di migrare significa anche avere dei corridoi umanitari, che purtroppo non esistono. C’è un dovere di accoglienza, di regolamentazione del fenomeno, dobbiamo uscire da una logica emergenziale e legata alla sicurezza. Accogliere, tutelare promuovere e integrare sono i verbi di un vero percorso migratorio”. Lo ha detto il presidente di Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego, intervenendo alla presentazione del Festival della Migrazione a Modena.

“La migrazione non può essere semplicemente una scelta in mano ai governi degli stati – ha aggiunto mons. Perego -: non si può scegliere chi accogliere. E’ una scelta delle persone, che cercano di costruire la propria vita e la propria felicità”. In Italia, ha spiegato il presidente di Migrantes “non ci sono canali regolari di ingresso e molti sono in una condizione di illegalità: occorre anche favorire la formazione e un incontro tra domanda e offerta di lavoro”. Per questo “Modena e le nostre città dell’Emilia, in questi giorni di festival, possono essere un luogo dove riflettere su questi temi, in cui il diritto e la libertà di partire e di rimanere è un diritto fondamentale” ha proseguito il presule.

“I giovani che giungono nel nostro Paese come migranti – gli fa eco il portavoce della manifestazione, Edoardo Patriarca – devono essere pensati come una grande opportunità per il nostro palese. Sono necessarie politiche che rendono legali l’arrivo in Italia, la legge Bossi Fini, per la sua struttura, impedisce questo. Questa è una richiesta minima per permettere che chi vuole giungere in Italia non debba attraversare il mediterraneo per costruirsi qui una vita. Attendiamo da anni una legge per la cittadinanza, abbiamo un milione di ragazzi italiani, che vivono qui da tempo, che però, per una ‘legge borbonica’, hanno un accesso faticosissimo, quasi negato, alla cittadinanza. Il Festival è un modo per raccontare e fare cultura: abbiamo bisogno di spiegare cosa significa oggi parlare di migrazione”.