Materie prime agricole, in 2024 volatilità e trend differenziati – askanews.it

Materie prime agricole, in 2024 volatilità e trend differenziati

Report Commodity Agricole di Aretè: contesto alimenta tensioni
Ott 18, 2023

Roma, 18 ott. (askanews) – Dopo la tempesta perfetta del 2022, e un 2023 che è stato l’anno del caos, le previsione per il 2024 parlano di un anno in cui i mercati agroalimentare mondiali tenteranno di trovare un equilibrio, ma su cui peseranno elementi in grado di compromettere nuovamente gli approvvigionamenti. I mercati agrifood, infatti, sono ancora lontani da condizioni di sicurezza, e questo si tradurrà in una perseverante volatilità, ancor più accentuata dal contesto macroeconomico in generale ed energetico in particolare. E’ quanto emerge dal rapporto sulle Commodity Agricole, evento organizzato da Unione Italiana Food ed Areté – The Agri-food Intelligence Company, giunto alla sua 13esima edizione e presentato oggi.

Nel 2023-2024 è previsto quindi in crescita il prezzo dell’olio di oliva, vista la contrazione costante della produzione. Congiuntura di prezzi record anche per il cacao, leggero cedimento dei prezzi (che erano su quotazioni record) per quanto riguarda lo zucchero e il caffè. E’ prevista una estrema volatilità per il mercato dei prezzi delle uova, della frutta secca, dei legumi e del pomodoro da industria

Dopo anni di tensioni e mercati sotto stress, già il 2023 ha visto il materializzarsi di trend fortemente differenziati per le diverse materie prime, con importanti correzioni di prezzo per cereali, oli vegetali ed energia affiancate da nuove impennate di prezzo per l’olio di oliva.

Mauro Bruni, presidente di Areté, spiega: “le contrazioni repentine dei prezzi di alcuni comparti registrate nel corso del 2023 (frumento duro -32%, frumento tenero -36%, riso -40%, olio di girasole -38%) si sono affiancate a nuove e improvvise impennate di prezzo. L’olio extra-vergine di olive ha superato la soglia dei 9.000 euro/tonnellato sulla piazza di Milano, con un aumento di quasi il 70% negli ultimi 12 mesi; nello stesso periodo il prezzo della fava di cacao è aumentato del 62%, mentre quello delle nocciole di quasi il 50%”.

“Inoltre – aggiunge Bruni – il contesto macroeconomico risulta ancor più aggravato dal degradarsi del contesto geopolitico che contribuirà, sia direttamente che indirettamente, ad alimentare ulteriori tensioni sui mercati agrifood”.