Roma, 16 ott. (askanews) – Dal 16 Ottobre al 19 dicembre approda a Bruxelles la mostra ideata dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, diretto da Grazia Labagnara in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia curatore Marco Meneguzzo con il patrocinio di Regione Siciliana – Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana coordinamento Alice Origlio traduzioni Jérôme Nicolas.
L’inaugurazione presso l’IIC Bruxelles è presso il teatro dell’IIC Bruxelles con la proiezione del documentario sull’opera di Letizia Battaglia Amore amaro (2013, IT con sottotitoli in EN, 28′) di Francesco Raganato.
“Letizia Battaglia. Cronaca, vita, amore” espone una selezione di oltre novanta fotografie, dagli esordi ad oggi, di una delle più coraggiose testimoni del proprio tempo.
In Sicilia la fotografia di cronaca, con cui Letizia Battaglia esordisce attorno alla metà degli anni Settanta, si trova a dover convivere e testimoniare delle guerre di mafia che per un quarto di secolo hanno insanguinato quella terra, e Battaglia – unica donna a esercitare questo mestiere – registra con crudezza l’orrore e la quotidianità della morte, che sembrano costituire l’ossatura di una società arcaica, da tragedia greca.
Eppure lo sguardo di Battaglia non si arrende al sangue, e trascorre contemporaneamente sull’innocenza originaria, che è quella dei bambini e degli inermi: le sue foto, scattate quasi sempre in un contesto sociale di inimmaginabile degrado, mostrano la speranza e la vita che vuole fiorire nonostante ogni avversità. Di qui anche il titolo della rassegna: la cronaca si arrende alla vita, grazie al sentimento d’amore che sta dietro la macchina fotografica.
In ogni circostanza, anche nella più tragica, esiste una scintilla di speranza, che non è se non il senso dell’amore per la vita, nascosto dietro la denuncia della violenta cronaca di una terra così martoriata e così vitale.
Alla fine degli anni Sessanta, Letizia Battaglia (Palermo 1935 – 2022) inizia a collaborare in qualità di giornalista per il quotidiano L’Ora di Palermo diventando una delle prime fotoreporter donne in Italia. Dal 1974 al 1991 dirige il team fotografico de L’Ora e fonda l’agenzia Informazione Fotografica.
Durante questo ventennio è una delle principali figure del reportage sulle guerre di mafia sviluppando una sensibilità – verso donne, bambine e bambini siciliani che vertono in condizioni di miseria e povertà – che le vale il premio W. Eugene Smith per la fotografia sociale consegnatole a New York nel 1985: è la prima donna europea a riceverlo.
Negli anni Novanta diventa assessore alla Vivibilità per la città di Palermo ed è deputato regionale. Sperimenta anche il ruolo di editore: fonda la rivista Grande Vu, la casa editrice Le Edizioni della Battaglia e Mezzocielo. Nel 1999 a San Francisco viene premiata con il Mother Jones Photography Lifetime Achievement Award per la fotografia documentaristica.
Nel 2007 riceve il Dr. Erich Salomon Award dalla Deutsche Gesellschaft für Photographie di Colonia. Nel 2009 viene nuovamente premiata a New York con il Cornell Capa Infinity Award. Viene segnalata per il Nobel per la Pace dal Peace Women Across the Globe ed è l’unica italiana inserita dal New York Times tra le undici donne più rappresentative del 2017.
Nel novembre dello stesso anno fonda e dirige a Palermo il Centro Internazionale di Fotografia. Scompare nella sua casa di Palermo il 13 Aprile 2022 circondata dall’affetto dei suoi cari. La cura del suo archivio è affidata all’Associazione Archivio Letizia Battaglia fondata da Letizia nel 2021 con i nipoti Matteo e Marta Sollima.
Amore amaro di Francesco Raganato.
Il documentario porta il titolo di una delle più importanti mostre della Battaglia (svoltasi nel 1986) che racchiudeva scatti, per lo più in bianco e nero, sulla miseria e sullo splendore di una città, Palermo, che l’ha sempre vista ritornare dalle sue esperienze in giro per il mondo, cedendo sempre, arresa, al suo sguardo.
In “Amore Amaro” Letizia Battaglia racconta di una vita indissolubilmente legata alla carriera condividendo aneddoti e riflessioni legati ai suoi scatti più noti ed ai suoi soggetti preferiti: la vita quotidiana di una città dal fascino contraddittorio, con i suoi morti di mafia ma anche con le sue tradizioni e le sue donne, da sempre specchio, di tutta la sua forza.