Roma, 12 ott. (askanews) – Al valico di frontiera di Rosh Hanikra, tra Israele e Libano, anche a mezzogiorno in giro sembrano esserci solo caprette. Strade, villaggi e città sono deserti nel Nord di Israele, vivono nel timore di un assalto di Hezbollah simile a quello lanciato da Hamas nel Sud del Paese.
Quando un missile anticarro proveniente dal Libano è atterrato su una postazione militare vicina, si è temuto il peggio. A tutti gli abitanti è stato detto di mettersi al riparo e restare lì. Nella cittadina di Shlomi c’è molta paura.
“Ricordiamo la guerra con il Libano nel 2006. È stato un periodo difficile, molto impegnativo. Non vogliamo riviverla – dice Leon Gerchovitch, ex soldato che vive lì – vediamo quello che sta accadendo alle comunità al confine con Gaza, è davvero orribile. Sappiamo quanto siamo vicini al confine. E abbiamo la sensazione che possa accadere anche qui”.
“Due ore fa ero in un centro sanitario, sono andata lì, ho preso delle medicine e mi hanno detto che c’era un’infiltrazione di terroristi a Rosh Hanikra. Sono andata in panetteria, era chiusa, il supermercato era chiuso, c’è stato un grande botto e mi hanno messo in una stanza sicura nel negozio di alimentari alla stazione di servizio. È stato terribilmente spaventoso, tutti i dipendenti erano lì, in quella stanza di sicurezza”, racconta Ida Lannkri, pensionata.
“Mia moglie e i miei figli sono partiti per le Krayot (un gruppo di città vicino ad Haifa, ndr) – afferma Israel Ravi, impiegato di una stazione di servizio – so che il 10-20% della popolazione è partito, ma è difficile lasciare la propria casa”.
Chi può, è fuggito, altri restano nascosti. Shlomi, che negli ultimi decenni è stata più volte bombardata dal Libano, in questi giorni ha visto una grande presenza militare dispiegata per proteggerla.