Roma, 11 ott. (askanews) – Nella difficoltà di un’epoca travagliata da evoluzioni e contraddizioni, un libro dall’alto valore interiore e spirituale diventa luogo significante e può fare da filo conduttore per dare senso all’esistenza e valore ad un’evoluzione positiva dell’umanità. Da questa consapevolezza nasce a livello nazionale la prima edizione del Premio Letterario “Il Libro della Vita”, che premierà un romanzo o un saggio pubblicato per la prima volta in volume cartaceo nel periodo dal 1° gennaio 2021 al 30 luglio 2023.
Dopo la presentazione ufficiale, che si è svolta a Roma il 10 maggio presso il Teatro del Pepe, con l’intervento degli ideatori e del Mons. Vincenzo Paglia, Lamberto Iezzi, Don Renzo Pegorato, Claudio Cutuli, Mariapia Garavaglia e Vincenzo Pepe, è stata annunciata ora la terna finalista che verrà premiata con cerimonia pubblica presso il Castello del Catajo il 21 Ottobre: – Matteo Bianchi “La vita di chi resta” (Mondadori) – Sara Gambazza “Ci sono mani che odorano di buono” (Longanesi) – Nicola Gardini “Nicolas” (Garzanti).
A giudicare le opere letterarie sono state personalità ed eccellenze italiane legate al mondo della cultura, oltre agli ideatori, come Mons. Vincenzo Paglia (Presidente onorario), Marina Valensise (Presidente della Giuria), Alessandra Kustermann, Catena Fiorello, Maria Pia Garavaglia, Roberto Pazzi, Ferdinando Iezzi, Don Renzo Pegorato, Claudio Cutuli, Lorena Bianchetti, Vincenzo Pepe.
Per Vera Slepoj, il Libro della Vita è “un premio letterario nato per dare valore e testimonianza all’esistenza e alla vita del mondo oltre che dell’individuo. Con gli eventi drammatici delle guerre in atto nel pianeta è necessaria una profonda riflessione sul concetto di pace e sulle ragioni per cui si sta indirizzando la collettività verso la distruzione e non verso la costruzione. Noi fondatori, professionisti della cura della mente, manifestiamo preoccupazione nei confronti di una sorta di patologia collettiva che si può interpretare come l’incapacità di ragionare sul futuro invece che sull’ineluttabile idea di morte. Con la caduta delle ideologie positive che hanno apportato il progresso nel passato, quelle attuali si manifestano come impositive, rigide, assolute e giudicanti, portando la società delle persone percepire la propria inutilità, mortificandone gli ideali e rendendo vana ogni battaglia. Questo premio è un’occasione per denunciare la perdita di fiducia nel futuro e con i libri degli scrittori un serio monito”.
La cerimonia di premiazione si terrà il 21 di ottobre presso il Castello del Catajo, ai piedi dei Colli Euganei, alle ore 18.00. Al vincitore sarà consegnato un premio in denaro di duemila euro ed un’esclusiva opera scultorea d’argento realizzata per l’occasione dal celebre maestro d’arte Giampaolo Babetto. La cerimonia è organizzata da De Leo Fund onlus, fondata nel 2007 per creare un luogo dove le persone con un’esperienza di lutto traumatico potessero trovare aiuto e condivisione. La De Leo Fund onlus non soltanto si occupa di fornire gratuitamente supporto psicologico ai survivors, ma ha raccolto e saputo superare e trasformare molte di queste esperienze traumatiche grazie all’attivazione di un laboratorio creativo dove, coltivando la bellezza della relazione, si è ri-progettata, con amore e speranza, la cura per la vita.