Roma, 5 ott. (askanews) – Sono 968.000 in Italia le persone con difficoltà visive gravi e oltre 9 milioni quelle con difficoltà visive moderate. 907 mila persone in condizioni di difficoltà economica soffrono anche di difetti visivi non curati. Sono i dati del Report intitolato “Vedere meglio, vivere meglio, tutti. La povertà, le malattie della vista e la sfida per sconfiggerle in Italia e nel mondo entro il 2050”, presentato oggi, curato da Filippo Cruciani, oftalmologo e componente del comitato scientifico della Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia ETS (Ente Terzo Settore), in collaborazione con la società di ricerca Tolomeo su dati Istat. Si tratta della prima ricerca dedicata al tema della salute visiva, con particolare riferimento alle categorie sociali economicamente più svantaggiate. Dallo studio è emerso che l’1,9% degli intervistati lamenta importanti e gravi deficit della vista, e il 16,7% moderate difficoltà e menomazioni visive con variabili legati all’età, al genere e alla distribuzione geografica. La ricerca ha inoltre dimostrato la forte relazione tra fragilità sociale e difetti visivi non corretti, con conseguenti difficoltà di inclusione. Dallo studio emerge che il numero di persone con limitazioni della vista in difficoltà economica sono all’incirca 907 mila in tutta Italia, dei quali 91 mila hanno limitazioni gravi della vista. Più di un terzo di essi si concentra nel Sud Italia (332 mila), dove si registra anche il numero più elevato di persone in povertà assoluta. Di queste, dei circa 96 mila senzatetto rilevati dall’ultimo censimento Istat, si stima che il 13,8% abbia difetti visivi. Proprio in questo contesto si inserisce il lavoro della Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia, che riunisce le azioni filantropiche del Gruppo EssilorLuxottica.
Anche in un paese come l’Italia – è stato sottolineato nel presentare il lavoro – è importante educare la popolazione sull’importanza di controlli della vista regolari. L’attenzione delle persone nei confronti di queste tematiche, fino a quando non si manifestano malattie serie come la retinopatia, la cataratta e il glaucoma, è infatti modesta. I dati affermano che per 1 milione di persone che sono in cura per il glaucoma, ce ne sono almeno altre 500.000 che non diagnosticano la patologia, con gravi rischi di perdita della vista. La disinformazione implica anche una scarsa protezione dai raggi solari, soprattutto nei più piccoli. Basti pensare che in Italia solo il 25% dei bambini indossa regolarmente occhiali da sole contro il 58% di USA e il 77% di Francia. Eppure, l’assorbimento dei raggi ultravioletti è causa di problematiche a cornea, cristallino e retina in quanto i mezzi diottrici del bambino sono molto più trasparenti alla luce diretta e riflessa rispetto a quelli dell’adulto. Nel primo anno di attività, l’impegno della Fondazione è stato rivolto anche all’aiuto delle persone più fragili e sono già stati raggiunti importanti risultati in questo campo, garantendo il diritto alla vista a quante più persone possibile. Con l’iniziativa “Giornate della Vista” sono state allestite delle vere e proprie cliniche oculistiche temporanee ed è stato garantito l’accesso a un’assistenza oculistica di qualità a oltre 5.800 persone svantaggiate in tutto il territorio nazionale. Alle “Giornate della Vista” si è aggiunto nel 2023 il progetto “Ci vediamo a Corviale”, nel quale – con la collaborazione di IAPB Italia Onlus – ci si è concentrarti su aree urbane particolarmente disagiate con l’obiettivo di dichiararle “libere da problemi visivi”. Nel 2024 si realizzerà “Ci vediamo a Scampia” presso l’omonimo quartiere periferico di Napoli, in collaborazione con il Dipartimento di Oftalmologia dell’Università Federico II e l’associazione AIRO Onlus. Anche quando non è possibile agire sulle condizioni visive, la Fondazione ha scelto di impegnarsi per contribuire a migliorare l’integrazione sociale, e quindi la vita stessa delle persone con problemi visivi gravi, attraverso l’attività sportiva. Da questo impegno, è nata nella seconda parte dell’anno, la Judo Academy in collaborazione con FISPIC (Federazione italiana sport paralimpici per ipovedenti e ciechi) che si caratterizza per l’impegno profuso nello sviluppo dello sport, in particolare il judo, come importante leva di inclusione sociale.