Roma, 3 ott. (askanews) – Tiene ancora banco, e in maniera accesa tra governo e opposizioni, la questione sanità, o meglio delle risorse per la sanità.
“Abbiamo appena approvato la Nadef e stiamo scrivendo la legge di bilancio” e i “margini di manovra sono limitati” anche a causa dell'”eredità” raccolta da una “politica che ha avuto un orizzonte troppo breve”, prendendo le “scelte più facili”, ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla seconda edizione del Festival delle Regioni e delle Province autonome presso il Teatro Carignano di Torino. E affrontando il nodo sanità, ha difeso l’operato del governo: “Costruire un Sistema sanitario nazionale efficiente ed efficace è obiettivo di tutti e sarebbe miope perseguirlo solo sulla base dell’aumento o meno delle risorse. Bisogna avere un approccio diverso, più profondo, provare a confrontarci con lealtà, coraggio e verità anche su come le risorse vengono spese: non basta spendere di più se le risorse sono utilizzate in modo poco efficiente. La sfida più difficile, che possiamo affrontare solo insieme, è questa. Sono e siamo assolutamente pronti a fare questo lavoro importante e difficile e sono certa che avremo a fianco regioni e province autonome”.
Per “garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini”, ha detto ancora, “siamo aperti e pronti a qualsiasi tavolo per capire le condizioni per raggiungere obiettivo. L’obiettivo principale è la sostenibilità in un contesto molto complesso, con elementi che rendono questa materia sempre più difficile: aumento della vita media, patologie correlate all’invecchiamento, aumento delle malattie croniche, tecnologie mediche avanzate e costose e costosi farmaci innovativi. E’ una situazione da gestire con attenzione e capacità di coesione”. E in manovra, ha assicurato Meloni, ci sarà un “intervento deciso per le liste di attesa” e risorse per il personale. Duro il commento segretaria del Pd Elly Schlein :”Giorgia Meloni anziché ravvedersi sui tagli previsti per la Sanità continua a prendere in giro le persone, comprese quelle che l’hanno eletta. Dire che la Sanità è una priorità ma che l’impegno non si misura sui soldi messi a disposizione è la beffa dopo il danno. Noi pretendiamo che questo governo investa i fondi necessari”.
“Che questa manovra porti ‘il servizio sanitario nazionale sull’orlo del baratro’ non lo dice il Pd ma Gimbe, una Fondazione indipendente. Se la presidente Meloni pensa di poter continuare a governare a colpi di propaganda senza tutelare il servizio sanitario nazionale troverà un’opposizione dura e senza sconti”.
Giuseppe Conte, leader M5s, in un post su facebook, attacca e ricorda la pandemia: “Circa 4 milioni di italiani rinunciano a curarsi, medici e personale sanitario sono allo stremo e malpagati. Eppure Giorgia Meloni dice candidamente che è ‘miope’ concentrare l’attenzione sulle risorse investite in Sanità. Io credo che sia invece miope trascurare i problemi che affliggono i cittadini. Auguro a Giorgia Meloni di non trovarsi mai nella condizione in cui mi sono trovato io da Presidente del Consiglio quando è scoppiata l’emergenza Covid. Abbiamo dovuto affrontare il momento più difficile con personale e terapie intensive carenti a causa di anni e anni di tagli firmati sia dal centrodestra che dal centrosinistra”. “Il mio Governo era arrivato a superare quota 7% del Pil di investimenti in sanità anche dopo il picco pandemico, riportando l’Italia in media con gli altri Paesi europei – ricorda l’ex premier -. Ora tocca ai ‘Fratelli di Tagli’ di Meloni sforbiciare sulla Sanità. Per loro le priorità in questo anno sono state spese militari e invio di armi, slogan sui migranti, spalmadebiti per le società di serie A. Per la Sanità, invece, un bel ‘pacco’ ai cittadini: come denuncia la Fondazione Gimbe, con la Nadef di Giorgia Meloni la spesa sanitaria rispetto al Pil l’anno prossimo crolla al 6,2% e passerà al 6,1% del 2026. Siamo addirittura sotto i livelli precedenti alla pandemia. È uno schiaffo al sacrificio di tanti medici, sanitari e cittadini italiani. Un imperdonabile errore da parte di chi si ostina a non imparare la lezione dall’immane tragedia del 2020. Non possiamo permettere che si stacchi la spina alla sanità pubblica”.